Cornedo Vicentino

Cornedo VicentinoCornedo è tra i nomi dei luoghi della valle dell'Agno di cui abbiamo la citazione scritta più antica, infatti nell'atto di investitura dell'anno 1000 dell'imperatore Ottone III° al vescovo di Vicenza, si ritrova che al vescovo vengono dati in feudo i territori di Malo, Brendola, Chiuse di Castelgomberto e Cornedo nella valle dell'Agno. Le investiture saranno più volte confermate nel corso dei due secoli successivi dai vari imperatori, almeno fino a Federico Barbarossa.

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Le corniole

In Italia il corniolo è conosciuto principalmente come pianta ornamentale, mentre nell'Est Europa è tradizionalmente usato in cucina.
Il legno, il più duro e resistente presente i Europa, è utilizzato per la fabbricazione di pezzi di attrezzi soggetti a forte usura e per lavori di tornio come le pipe e in ebanisteria anche perché gli oggetti di questa essenza non si fessuranoed hanno una particolare patina setosa che li rende simili agli oggetti di corno.
Alla radice etimologica del Corniolo ritorna ancora il corno, il nome generico Cornus deriva dal latino cornus, i (= corniolo) a sua volta originato dalla radice indoeuropea kar (= duro). ma nel suo aspetto di materia nobile, come un valore concreto, un valore che possiamo capire ad apprezzare anche qui e ora, nel nostro tempo.
Oltre al frutto, nelle zone marginali, le foglie del corniolo erano usate come foraggio nel periodo estivo. Il tannino, ricavato dai frutti immaturi, veniva utilizzato per la concia delle pelli mentre tutta la pianta ha proprietà tintorie (giallo).
Dai fiori, tra i primi ad apparire a fine inverno, si ricava un ottimo miele. I frutti vengono generalmente consumati freschi, ma solo quelli caduti spontaneamente o con un leggerotocco dato l'elevato contenuto di tannini che determina il gusto allappante dei frutti immaturi. Le corniole
sono utilizzate in svariati modi: per la preparazione di sciroppi, confetture, gelati, salse e mostarde da accompagnare a bolliti di carne e pesce e alla cacciagione. Tradizionalmente nell'Italia settentrionale e in nord Europa, le corniole sono messe in infusione nella grappa o per la preparazione di liquori, grappe aromatizzate, distillati e birre. Nelle Prealpi vicentine in Settembre veniva preparato il vin de cornole (vino di corniole). Se raccolte prima dell'invaiatura si possono conservare anche in salamoia ("olive di corniole") e in aceto ("olive dei tedeschi"). Con in noccioli tostati e macinati viene preparata una bevanda simile al caffè, oltre ad sciroppi dall'aroma che ricorda la vaniglia molto apprezzati in pasticceria. Dagli stessi inoltre può
essere ricavato un olio utilizzato in cosmesi. Le corniole hanno un alto contenuto in vitamina C: da 97,4 a 120 mg per 100 g di polpa (più di due volte la quantità contenuta negli agrumi); sono inoltre molto ricche di caroteni, pectine e tannini. Secondo la tradizionale farmacopea popolare il frutto gode di un ampio effetto tonico e astringente, mentre dalla corteccia, contenente l'alcaloide cornina (dall'azione tonica a febbrifuga), si può ricavare un decotto. Anche in cosmesi la polpa trova impiego nell'applicazione di maschere astringenti per pelli grasse e con pori dilatati.
In Italia allo stato attuale è conosciuto quasi esclusivamente come pianta ornamentale, per la sua fioritura precoce e per la colorazione particolare delle foglie nel periodo autunnale. A questo scopo sono state selezionate alcune varietà di Cornus mas: in particolare C. mas "Golden glory", apprezzata per l'abbondante fioritura, C. mas "Variegata" per la caratteristica colorazione bianca a verde delle foglie e C. mas "Aurea" ha una colorazione delle foglie tendente al giallo-dorato.