Mille anni di storia per una delle più belle città della provincia italiana: se ne legge il passato nella leggiadra piazza della Libertà, nelle chiese e nei palazzi, nel ponte palladiano sul Brenta, nelle ville che impreziosiscono i dintorni, nelle vetrine della ceramica d’arte al museo di Palazzo Sturm come nelle vie cittadine. Dai suoi bastioni il colpo d’occhio sulla valle del Brenta è ancor oggi pittoresco e conferma le parole dei viaggiatori del passato.
Particolarmente romantiche, quelle della scrittrice francese George Sand, che dell’Italia apprezzava più le montagne e le valli che le opere d’arte. Nel marzo 1834 sulla via di Venezia si fermò a Bassano e restò incantata dalla vista che le si offriva: “La campagna non si presentava ancora in tutto il suo splendore, i prati erano di un verde languido tendente al giallo e le foglie stavano appena sbocciando sui rami degli alberi. Ma i mandorli ed i peschi in fiore intrecciavano qua e là le loro ghirlande rosa e bianche alle masse scure dei cipressi. AI centro di questo giardino immenso il Brenta scorreva rapido e silenzioso su un letto dì sabbia tra due larghe rive di ciottoli cosparse dei massi che il fiume strappa al seno delle Alpi e dissemina in pianura nei suoi giorni di collera.”, “le spaventose gole della Valsugana”e le grotte di Oliero, che la viaggiatrice volle visitare, decantando lo spettacolo della sorgente carsica più ricca d’Europa. Città dalle moltissime risorse, ha sempre goduto di particolare credito tra i buongustai in forza di produzioni d’eccellenza assoluta, – valga innanzitutto la grappa, – e di una storica compagine di ristoratori. Nello specifico dell’agroalimentare, Bassano era nota per i suoi ortaggi, favoriti dalla tessitura dei terreni alluvionali del Brenta al suo sbocco in pianura e dalla brezza valliva che li beneficiava. Gli ortolani erano numerosi soprattutto attorno al monastero di San Fortunato, poco discosto dal fiume a sud dell’abitato: non a caso, perché furono proprio i Benedettini che lo reggevano a derivare dal fiume le rogge che hanno reso così redditizi quei terreni e nota la loro produzione: asparagi bianchi, celeberrimi, ma anche broccoli, cipolle, radicchi, erbette, fagioli…