Malo è una località dalle risorse sorprendenti. La prima impressione, a dire il vero, è quella di un tranquillo paese della campagna veneta. Lasciata alle spalle la trafficata statale del Pasubio, che sale verso Schio e la Val Leogra, si giunge in centro lungo strade bordate da basse case aperte su corti rurali e giardini; qualche palazzetto borghese, la parrocchia e il santuario di Santa Maria Liberatrice, poi la campagna punteggiata di ville sullo sfondo degli ultimi contrafforti dei monti Lessini con le vigne del Durello.
Sono gli scenari naturali e umani che troviamo nei romanzi di Luigi Meneghello, il figlio più illustre del luogo: affettuoso e sarcastico, solo lui poteva permettersi di coniare un titolo irriverente come ‘Libera nos a Malo’ per il suo primo e più celebre romanzo. Oggi il comune celebra il suo scrittore con suggestivi eventi letterari, ma allo stesso tempo fa di tutto per smentire le sue bonarie accuse di provincialità, dall’economia, con imprese di caratura mondiale, alla cultura, con una sorprendente rassegna museale e un fitto calendario di eventi, dal celebre Carnevale, con spettacolo di carri allegorici, al mensile mercatino dell’antiquariato. Decimo comune della provincia per numero d’abitanti, quasi 15mila, conta ben cinque musei, verosimilmente un primato: il Museo dell’Arte Serica e Laterizia, dedicate agli antichi mestieri, poi diventate industrie, improntando l’odierna realtà del comune; il Museo della Civiltà Rurale della Val Leogra, custode di una collezione di 1200 tra oggetti appartenenti a un paesaggio umano oggi scomparso; il Museo «La Casabianca», dedicato all’arte grafica del secondo Novecento, con la più ampia collezione, 1200 opere di 700 artisti, a livello nazionale; il Museo «Mondonovo Maschere», dove uno dei più quotati maestri del Carnevale Veneziano ha trapiantato la propria bottega avviando un’esperienza d’arte applicata unica nel suo genere; il Museo «Giocoscienza», laboratorio ludico-didattico che utilizza il gioco come principale strumento di conoscenza del bambino per esplorare il proprio ambiente.