Zermeghedo è comune della bassa valle del Chiampo, che col suo spartiacque occidentale segna il confine tra le province di Vicenza e Verona. Il territorio, esiguo a livello di primato regionale, poco meno di tre chilometri quadrati, riesce tuttavia ad allungarsi dal fondovalle ai morbidi rilievi di una delle propaggini dei Monti Lessini in territorio vicentino.
La natura del luogo è sorprendentemente vulcanica e risalta innanzi tutto nelle pietre scure di cui sono fatti i muri degli edifici più antichi e di certi confini tra proprietà. È una particolarità non estranea alla fortuna economica del luogo, che si basa sull’agricoltura e nella fattispecie sulla produzione vinicola nell’ambito della quotata Doc Gambellara: la forte mineralità dei suoli di origine eruttiva, in aggiunta ai pregi dell’uva Garganega, dà infatti origine a vini di caratura tale da giustificare la forte specializzazione del vigneto. Quanto al capoluogo, Zermeghedo è una tranquilla località di campagna; un piccolo mondo che si stringe attorno alla chiesa intitolata a San Michele Arcangelo, singolare architettura del primo Novecento in stile romanico-bizantino, ma di antichissima fondazione.
La dedicazione, infatti, concentra il merito della sua fondazione sui Longobardi, tradizionalmente devoti alla figura del santo guerriero; si parla dunque dei cosiddetti ‘secoli bui’, dopo la caduta di Roma, e sembrerebbe confermarlo anche una delle interpretazioni del nome Zermeghedo, di evidenza sonorità germanica, da mettersi forse in relazione al popolo dei Sarmati, scesi in Italia al seguito del popolo di re Alboino. È abbastanza probabile, infatti, che la fondazione del paese sia stata dettata dall’opportunità militare di proteggere la Via Postumia, arteria vitale tra Verona e Vicenza, da eventuali attacchi da nord. Nei secoli successivi al Mille, Zermeghedo è dapprima feudo dei Maltraversi e poi dei Regaù, ma nel 1335 si costituisce come libero comune, dandosi degli statuti ancora oggi conservati presso la biblioteca Bertoliana di Vicenza. Un piccolo comune dalla grande storia, dunque, che oggi vanta anche una certa vocazione turistica grazie alla Strada del Recioto e dei vini Gambellara Doc, itinerario enogastronomico che porta gli appassionati sulla soglia delle cantine e dei ristoranti della zona.