Il territorio di Castelgomberto interessa la parte orientale della valle dell’Agno, segnata dal suo affluente Poscole, e la testata della parallela valle dell’Onte, che scende verso Sovizzo a formare il Retrone, uno dei due fiumi che attraversa la città di Vicenza. A separarle è la Bocca, un passo che per molti secoli ha segnato una direttrice privilegiata tra le montagne e la pianura; nelle giornate più limpide, scollinando, se ne trova conferma riunendo in un solo colpo d’occhio le Dolomiti di Recoaro alla laguna di Venezia.
Questa prerogativa viene ribadita dal nome del comune, che fa riferimento a un castello e a un personaggio di nome Gonbert, non meglio identificato ma di verosimile stirpe germanica. La peculiarità del sito trova riscontro nelle tracce di una remota presenza umana, in età longobarda, romana ed anche preistorica. E ancor più sorprendenti sono i trascorsi geologici del territorio, che 40 milioni di anni fa era lambito da un mare caldo, punteggiato di vulcani e coperto da una foresta che ha lasciato importanti testimonianze fossili. Ne sono derivati fondivalle molto fertili e coste collinari di grande vocazione vinicola, che hanno fatto la passata fortuna di Castelgomberto come centro agricolo, titolare fin dal 1798 di una manifestazione agricola, la Fiera di Santa Maria Maddalena, ancor oggi molto popolare. Ciò introduce alla presenza di quelle ville che in età veneziana erano sì luoghi di piacere ma anche e soprattutto capisaldi dell’economia agricola della terraferma. Il complesso più significativo per fisionomia e organizzazione fondiaria è villa Da Porto-Schio, costruita nel 1666 su disegno del vicentino Antonio Pizzocaro, uno dei più valenti prosecutori dell’opera del Palladio. La residenza con annessa cappella gentilizia è completata sul retro da una monumentale corte rustica; all’opposto è il parco, in parte all’italiana e in parte all’inglese, allietato da una peschiera e da sculture. A margine del parco in un canale scorrono le acque del Poscola, al di là del quale lo sguardo attraversa una prateria e poi sale verso le dorsali dei Lessini e delle Piccole Dolomiti.