Frumento invernisso di Lusiana
Dalla delibera di Giunta n.14 del 26.02.2015
Su segnalazione da parte dell’Associazione Lusaàn ar Spilar Natura il Comune ha appriovato l’introduzione di una nuova De.C.O.: grazie soprattutto al lavoro di recupero del sig. Pizzato Giovanni, collaboratore dell’Associazione.
Le ricerche effettuate dai collaboratori del Museo Diffuso, riassunte nella sezione “Lavorazione della paglia – origine e sviluppo tra storia e leggenda – il frumento” del volume “Gente di Lusiana – Museo delle tradizioni” riedizione di luglio 2014, viene così riportato”:
Nicoletto aveva imparata ad intrecciare erbe palustri ma queste non crescevano nei suoi posti. Si trovavano invece in abbondanza gli steli del frumento. Da questi venivano ricavati i “fastughi” che potevano poi essere intrecciati proprio come le erbe palustri. In quei tempi, siamo nel 1700-1800 veniva coltivato un frumento locale, una varietà di grano tenere, chiamato “invernisso”, quasi come il Bintar di Tonle. Fino a qualche tempo fa ogni terra aveva le sue sementi in una simbiosi unica di elementi. Veniva seminato con l’ultima luna di ottobre e quando il freddo o la siccità compromettevano lo sviluppo veniva riseminato con la prima luna di marzo. Per questo qualcuno pensa ad un nome come Marsolo. Dell’invernisso si sono perse le tracce. Per anni l’attività del museo si era posta il problema del recupero di una varietà di triticum adatta a fare “fastughi”……Ma ecco, come spesso succede, grazie alla passione, curiosità e caparbietà di Giovanni Pizzato, verificarsi un fatto sorprendente. Una faja di fastughi conservata per più di 50 anni in qualche “granaro” del Ponte era finita la Museo Palazzon. Giovanni si è poi ritrovato in mano i mazzi dei fastughi che ripuliva per le attività dimostrative da fare in giro per le piazze. Una delle spighe non era però stata recisa del tutto e la parte che rimaneva conservava 5 chicchi all’apparenza messi anche male. Perché non provare a piantarli? Ed ecco il miracolo. La vita al loro interno si è risvegliata e quei cinque chicchi sono ora diventati dei mazzi che possono essere diffusi sempre di più. Quando il Guido ha visto le spighe non ha avuto dubbi: “el xè el nostro”. Spighe e chicchi ben diverse dal Mentana e dalle altre varietà. Si vede subito un frumento rustico ma resistente a tutto. E così, grazie a Giovanni, dopo tanti anni l’”invernisso” è ritornato a germinare nella terra dal Ponte a Velo che lo vedeva un tempo rigoglioso”.
Foto: Museo Diffuso di Lusiana