La Grappa di Clinto di Costabissara

Le prime notizie documentate della famiglia Schiavo a Costabissara vengono da una mappa catastale del 1669 che indica la loro casa laddove si trova oggi la distilleria che ne porta il nome. L’inizio dell’attività ha inizio nel secondo Ottocento e si deve a Domenico Schiavo, che distilla ‘a domicilio’, com’era d’uso all’epoca, girando con un alambicco mobile presso le fattorie della zona.

La data ufficiale di fondazione della distilleria viene però fissata nel 1887, con l’istallazione nel sottoportico di casa di un alambicco fisso, composto da una caldaietta e da una colonnina di rame. La produzione prosegue tra le due guerre con il figlio Giuseppe, ma è nella seconda metà del Novecento che si registra con il nipote Guido un primo sostanziale salto di qualità, determinato dall’utilizzo di vinacce fresche, rinunciando alla comodità della materia prima insilata. Un ulteriore progresso viene con il pronipote Beppe, grazie all’adeguamento tecnologico dell’alambicco: la batteria di caldaie sale a 6 unità e la colonna di distillazione a 9 piatti, adottando nel contempo un sistema di produzione del vapore a bassa pressione.

Con un impianto di queste caratteristiche, il maestro distillatore ha pieno controllo del processo e può realizzare esattamente quanto s’è prefisso. Si arriva così ai giorni nostri, alla quinta generazione, rappresentata da Marco e Mauro, e a una vetrina aziendale di etichette d’eccellenza. Tutto ciò premesso, la grappa scelta dagli Schiavo per rappresentare Costabissara si ottiene da vinacce di uva Clinto, una delle varietà ‘americane’ importate tra Otto e Novecento come portainnesto per contrastare quel flagello dei vigneti che andava sotto il nome di fillossera.

Un’uva con questa unica benemerenza, se non fosse per un vinello leggero dall’inconfondibile sapore volpino che in Veneto suscita grande nostalgia e che ha proprio nell’Alto Vicentino una delle sue ultime roccaforti. La grappa che se ne ricava è caratteristica, aromatica e acidula al palato, inconfondibile come l’uva che la genera.