Il mandorlato è quella sorta di candido torrone che annovera i produttori più autorevoli proprio nella zona di confine meridionale tra Vicenza e Verona, dove sono Lonigo e Cologna Veneta rispettivamente a fronteggiarsi in una dolce contesa.
La produzione è documentata fin dal Settecento, ma è probabile che sia ben più antica, con attendibile attribuzione all’ambito degli speziali del Medioevo. In effetti ricostruire la storia di questo prodotto è difficile perché la mandorla, frutto mediterraneo per eccellenza, è ingrediente ubiquitario, vuoi per il fiorente commercio che se ne faceva fin dall’antichità, vuoi perché la coltura riesce anche al Nord nei luoghi di clima più mite, come certe costiere dei Colli Berici, dove non è raro il toponimo di strada Mandolara.
Frutto dai profondi significati simbolici, la mandorla era presente sulle tavole regali e non mancava mai tra i prodotti del brolo di una villa veneta. Da ciò, la vocazione veneta per questo dolce dove le mandorle – quelle d’Avola, tra le più pregiate – sono legate da miele e albume in un composto di gagliarda consistenza (salvo considerare le più recenti versioni morbide).
A mantenere viva questa tradizione sono oggi diverse aziende storiche – come per esempio la leonicense Cestaro, fondata nel 1918 – accomunate dall’orgoglio di presentare il prodotto nelle caratteristiche scatole di latta, fregiate dai tanti premi ricevuti.
Secondo tradizione il mandorlato dovrebbe essere dolce natalizio ma in tempi recenti ha saputo ritagliarsi un più ampio ruolo in campo gastronomico, dai semifreddi all’alta pasticceria.
Allegato: Il mandorlato di Lonigo