«La denominazione comunale si allargherà dal “buono”, con i prodotti della terra, al “bello” con le produzioni artigianali»
Il futuro si chiama de.co. La sigla vuol dire "denominazione comunale". Una sorta di certificazione di qualità che quel prodotto, solitamente della terra, è tipico di quel territorio. Un buon strumento per veicolare l´immagine di genuinità e tipicità soprattutto nel turismo enogastronomico. «Ma questo è solo l´inizio - spiega l´assessore provinciale al turismo, Dino Secco - Perché non solo vogliamo che ciascuno dei 121 Comuni abbia un proprio prodotto de.co. ma vogliamo ampliare la stessa sigla dal "buono" della tavola al "bello" e creativo che offrono le nostre imprese artigianali o industriali. Per esempio, la ceramica di Nove, il mobile di Bassano o la bicicletta di Rosà».
Un progetto ambizioso che vedrà presto il via. Tutto dovrà essere pronto per il prestigioso appuntamento dell´Expo di Milano del 2015.
TERRA E MENTE. «Siamo già a buon punto - prosegue Secco -. Lo strumento della de.co è collaudato e sono già 41 i Comuni che hanno trovato una tipicità nel piatto da valorizzare. Il nostro obiettivo è quello di far in modo che tutti i 121 ne abbiamo uno. Non solo. Si punta sul "bello". Perché il turismo enogastronomico e il turismo industriale sono i due filoni su cui si deve puntare per crescere ancora e farsi conoscere sempre di più. Le premesse ci sono tutte. Del resto questa è la vocazione del vicentino: sono tantissime le aziende che sono conosciute a livello nazionale o addirittura internazionale. Se riuscissimo a creare dei percorsi, delle visite settimanali, all´interno delle strutture industriali riusciremo a far calamitare nel nostro territorio tantissimi turisti non solo italiani». E Secco sottolinea come il sito «per nulla pubblicizzato» di www.turismoindustrialevicenza.it nei primi quattro mesi di quest´anno sia stato visitato da 8 mila persone, di cui oltre 4 mila americani.
LE INCOMPIUTE. Ma ci sono anche i rovesci della medaglia. E Secco non si nasconde: «Durante il mio mandato da assessore abbiamo sviluppato sinergia e azioni di concerto con le azioni di categoria, per sviluppare le promozione. Alcune idee erano davvero giuste, ma per mancanza di fondi non siamo riusciti a proseguire. Mi riferisco per esempio ai marmo della Valle del Chiampo. Nel 2009 avevamo avviato un progetto di valorizzazione, avevamo partecipato alle rassegne sul marmo a Verona, e poi a Londra mostrando lavori che sono davvero delle opere d´arte plasmate su questa materia prima del vicentino. Era un progetto validissimo che secondo me doveva andare avanti. Ma la crisi stava diventando sempre più evidente e i tagli sono arrivati. Lo stesso si poteva con la ceramica. Forse una maggiore collaborazione con la Camera di commercio e le sue associazioni ed entri strumentali avrebbero potuto dare qualche frutto in più».
I PROGETTI. La Provincia di Vicenza attraverso un accordo di programma con la Regione Veneto, fin dal 2003, ha avviato l´incentivazione del turismo nei periodi di minore afflusso con il quale era prevista la corresponsione di contributi per sviluppare la frequentazione del territorio in periodo diversi dall´alta stagione. Dal suo esordio, nel 2004, fino al 2011 il progetto ha avuto un andamento positivo con 194 iniziative finanziate e una ricaduta in termini di movimentazione turistica pari a quasi 9 mila arrivi e 51 mila presenze. Confrontando i primi quattro anni del progetto con l´ultimo quinquennio si è andati in progressione.
LA GRANDE GUERRA. Oltre 200 le schede informative riguardanti i siti della Grande guerra nel Vicentino che sono state raccolte ed analizzate dalla Provincia in collaborazione coi Comuni e le Comunità Montane nel corso del 2011. Obiettivo? Riuscire a fornire tutti gli elementi e partecipare attivamente, insieme alle altre Province teatro delle battaglie della prima guerra mondiale, alle iniziative che riguardano l´anniversario della Grande Guerra. La Regione Veneto ha avviato un protocollo d´intesa sottoscritto col Ministero dei Beni culturali per la valorizzazione del patrimonio (tutte le testimonianze materiali che sono rimaste come trincee e forti) e del paesaggio.
LE STELLE. Sempre della Provincia è il compito di classificare le strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere mediante sopralluoghi e provvedimenti. «Nel vicentino manca un albergo a cinque stelle. Una lacuna che, a mio avviso, si deve cercare di colmare al più presto perché gli eventi che possono catalizzare clienti ci sono e poi anche perché la stessa presenza di un cinque stelle movimenta una fetta di turismo sicuramente esclusivo ma che a Vicenza, alla fine, non fa tappa. E questo è un peccato».
Fonte Il Giornale di Vicenza, 19 maggio 2012