Via libera del Consiglio al regolamento sui prodotti locali
In prima fila tra le eccellenze del territorio anche le cipolle rosa le castagne di Valrovina e il tradizionale piatto “sparasi e ovi”
Il consiglio comunale ha approvato il regolamento dei prodotti a Denominazione comunale di origine. Il prossimo passo sarà l´istituzione di una commissione di valutazione e, tempo un paio di mesi, l´iscrizione in un registro delle eccellenze alimentari, prodotti o ricette tipiche locali.
«Non vogliamo sovrapporci ai marchi Dop o Igt – precisa l´assessore al turismo Alessandro Fabris – che sono disciplinati dalla normativa europea, né creare doppioni. Vogliamo riconoscere, come prevede la legge che istituisce i De.Co., i prodotti agroalimentari che fanno parte della tradizione locale e che non potrebbero aspirare a certificazioni diverse.
«Non vogliamo sovrapporci ai marchi Dop o Igt – precisa l´assessore al turismo Alessandro Fabris – che sono disciplinati dalla normativa europea, né creare doppioni. Vogliamo riconoscere, come prevede la legge che istituisce i De.Co., i prodotti agroalimentari che fanno parte della tradizione locale e che non potrebbero aspirare a certificazioni diverse.
L´obiettivo è inserirli nella rete di promozione che sta sorgendo in provincia di Vicenza e favorirne l´ingresso nel mercato».
In sostanza, dove già c´è il marchio Dop o simili, non potrà trovare posto la De.Co. Tra i prodotti prossimi alla certificazione, ai primi posti figurano il broccolo di Bassano, le castagne di Valrovina e prodotti di pasticceria come i “Forti”, ciambelle speziate della tradizione cittadina. Accanto a questa prima terna, altri prodotti per i quali si prospetta l´inserimento nel registro sono il piatto tipico “Sparasi e ovi”, la cipolla rosa, il sedano di Rubbio e le meringhe. Sulle possibilità effettive di attribuzione del marchio De.Co, Fabris preferisce attendere le decisioni della commissione, concentrandosi per ora sui riflessi per l´economia locale.
«La denominazione comunale - rileva - nei casi in cui è stata concessa, ha favorito un aumento di produzione e vendite prossimo al 20 per cento».
Tradotto in cifre, significa che la produzione di broccolo bassanese potrebbe passare dagli attuali novecento quintali (su una superficie complessiva coltivata prossima ai cinque ettari) a oltre millecento, per un fatturato che dagli attuali 200 mila euro l´anno salirebbe a 240 mila.
«Un incremento – commenta l´assessore – che in tempi di crisi sarebbe una buona bella notizia. L´importante, però, è usare il marchio De.Co. con buon senso, promuovendo la qualità. Bassano non è isolata, ma fa parte di un territorio che in futuro potrebbe anche coordinarsi per promuovere i propri prodotti tipici».
Quanto all´ipotesi che la commissione, presieduta dal sindaco o da un suo delegato, possa essere condizionata da pressioni politiche, Fabris allontana i dubbi. «Gli otto componenti – dichiara – saranno scelti tra tecnici dei settori agroalimentare e gastronomico e nominati da maggioranza e opposizione. Quanto alla possibilità di candidare un alimento al marchio De.Co., l´abbiamo aperta a tutti i cittadini. Sarà sufficiente presentarsi in Comune».
In sostanza, dove già c´è il marchio Dop o simili, non potrà trovare posto la De.Co. Tra i prodotti prossimi alla certificazione, ai primi posti figurano il broccolo di Bassano, le castagne di Valrovina e prodotti di pasticceria come i “Forti”, ciambelle speziate della tradizione cittadina. Accanto a questa prima terna, altri prodotti per i quali si prospetta l´inserimento nel registro sono il piatto tipico “Sparasi e ovi”, la cipolla rosa, il sedano di Rubbio e le meringhe. Sulle possibilità effettive di attribuzione del marchio De.Co, Fabris preferisce attendere le decisioni della commissione, concentrandosi per ora sui riflessi per l´economia locale.
«La denominazione comunale - rileva - nei casi in cui è stata concessa, ha favorito un aumento di produzione e vendite prossimo al 20 per cento».
Tradotto in cifre, significa che la produzione di broccolo bassanese potrebbe passare dagli attuali novecento quintali (su una superficie complessiva coltivata prossima ai cinque ettari) a oltre millecento, per un fatturato che dagli attuali 200 mila euro l´anno salirebbe a 240 mila.
«Un incremento – commenta l´assessore – che in tempi di crisi sarebbe una buona bella notizia. L´importante, però, è usare il marchio De.Co. con buon senso, promuovendo la qualità. Bassano non è isolata, ma fa parte di un territorio che in futuro potrebbe anche coordinarsi per promuovere i propri prodotti tipici».
Quanto all´ipotesi che la commissione, presieduta dal sindaco o da un suo delegato, possa essere condizionata da pressioni politiche, Fabris allontana i dubbi. «Gli otto componenti – dichiara – saranno scelti tra tecnici dei settori agroalimentare e gastronomico e nominati da maggioranza e opposizione. Quanto alla possibilità di candidare un alimento al marchio De.Co., l´abbiamo aperta a tutti i cittadini. Sarà sufficiente presentarsi in Comune».