Notizie

La patata regina all'Expo 2015 DeCo di 5 Comuni

TRISSINO/2. Il Consiglio ha dato il via libera al nuovo regolamento

Riconoscimento per la qualità della “Monte Faldo” . Coinvolti Valdagno, Cornedo, Brogliano, Nogarole

patateTrissino

 Patata Monte Faldo": l'Amministrazione comunale di Trissino ha deciso di istituire la DeCo (Denominazione Comunale) e la DeCo sovracomunale con il suo regolamento, che identifica e disciplina la produzione e la commercializzazione del prodotto.
Un tubero pregiato, protagonista indiscusso della “Sagra del Gnoco” che solo nell'edizione 2010 ha visto la presenza, nella frazione di Selva, di 25 mila persone.
Si tratta di un vero e proprio volano, per il traguardo raggiunto con il riconoscimento di qualità dei prodotti alimentari territoriali. L'ufficializzazione è avvenuta in assemblea consiliare.
RICONOSCIMENTO. «Trissino è il primo paese in Italia che adotta la DeCo sovracomunale che comprende anche Nogarole, Brogliano, Cornedo e Valdagno -ha spiegato l'assessore alle attività produttive, Camilla Rubega-. Anche queste Amministrazioni approveranno il documento in Consiglio comunale. È stato un iter piuttosto elaborato. La DeCo è un riconoscimento importante per un prodotto che non autoctono, ma che ha acquisito qualità organolettiche importanti e uniche, grazie alle caratteristiche del terreno e del clima della zona di produzione. Le varietà coltivate nell'area del Monte Faldo sono quelle tradizionali come Bintje, Kennebec, Desirèe, Monalisa, Kuroda, Vivaldi e Cornetta (“Ovi de galo"). Questo tipo di patata è prodotta da aziende a conduzione famigliare e da numerosi hobbisti». Il cocktail geologico, il clima d'altitudine tra 120 e 800 metri e le correnti di aria fresca, che scendono dalle Piccole Dolomiti, garantiscono un'ottima escursione termica ideale per la patata, tale da renderla di un inconfondibile sapore al palato.
NOVITÀ. Un successo nel successo: «La “Patata Monte Faldo" -ha aggiunto l'assessore- sarà fra i prodotti DeCo, che la Provincia di Vicenza presenterà all'Expo 2015. Con la DeCo miraamo a valorizzare le risorse del territorio ed a salvaguardare le peculiarità produttive locali. Inoltre, rappresenta un efficace strumento di promozione dell'immagine del Comune, da cui possono derivare importanti occasioni di marketing». DeCo approvata all'unanimità dalla maggioranza (Progetto Trissino-Lega Nord) e dalla minoranza (Trissino per la libertà e Cambiare a Trissino). Il riconoscimento inserisce a pieno titolo Trissino nel circuito agroalimentare veneto, con il lavoro del comitato “esta del gnoco", presieduto da Vittorino Rasia. «Un tavolo di lavoro permanente con la Regione Veneto, per fare quegli interventi assolutamente necessari e immediati, per fare vivere il paese».
Questa, in sintesi, è la proposta lanciata dagli albergatori recoaresi che fanno sentire la loro voce, grazie a Paolo Asnicar che si inserisce nel dibattito tra Fonti e turismo che da qualche tempo sta tenendo banco a Recoaro Terme e in tutta la Valle dell'Agno.
«Siamo molto preoccupati -spiega-, poichè negli ultimi anni le presenze nella nostra località si sono dimezzate. Il futuro è incerto per le nostre attività. Lavoriamo a prezzi bassissimi, con margini di guadagno molto ridotti per le nostre aziende che rischiano la chiusura a ogni stagione».
Tutto questo, secondo gli albergatori, perché la situazione di degrado ambientale e strutturale presente alle Terme Spa Recoaro «vanifica tutti gli sforzi promozionali per la ricerca e l'acquisizione di nuovi clienti. Questo fa diventare il prodotto Terme di Recoaro un prodotto a perdere. Significa che per quanto noi imprenditori investiamo nelle nostre strutture e nella promozione, è vanificato dalla percezione del prodotto “vecchio" offerto alle Terme, trovandosi il turista in un ambiente degradato e in abbandono».
La preoccupazione maggiore è relativa al fatto che, ormai, ci si trova «alla vigilia di una nuova stagione termale che -stando ad Asnicar- si annuncia peggiore dell'ultima, viste le sempre maggiori ristrettezze economiche derivanti dalla crisi. Dobbiamo definire una strategia d'interventi che possa darci ancora la speranza di restare in questa valle a lavorare e vivere».
Il presidente Asnicar precisa che, a questo punto, «non resteremo a guardare, ma che attueremo tutte le iniziative possibili per denunciare l'abbandono da parte della Regione, che nominando gli amministratori non ha mai tenuto in considerazione le proposte delle categorie economiche per una gestione delle Terme».
L.C.
Giornale di Vicenza 9/2/2011

In arrivo la DeCo anche a Trissino

7 Febbraio 2011

TRISSINO
ALIMENTI CERTIFICATI IN CONSIGLIO COMUNALE
Nel consiglio comunale di domani, alle 20.30, approvazione del regolamento per tutela e valorizzazione delle attività agro-alimentari locali, con istituzione della deco sovracomunale.

A.C.

GIORNALE DI VICENZA, 7/2/2011

“Gnochi coa fioreta” una delizia per i turisti

gnochicoafioretaFra i punti di forza di ogni luogo turistico, si sa, c'è anche la gastronomia. Per questo il Comune di Recoaro Terme ha pensato bene di valorizzare il suo piatto per eccellenza, i “gnochi coa fioreta” a cui è dedicata anche una festa.

Convinzione dell'amministrazione di Recoaro Terme è che il suo territorio possa avere grandi potenzialità nel panorama del nuovo concetto di turismo agroalimentare e di valorizzazione dei prodotti legati alla ristorazione ed all'agricoltura: un'opportunità che va colta per dare al turismo una nuova linfa nel solco della promozione del territorio attraverso il cibo.

Da qui l'importanza di comunicare al turista che determinati prodotti sono inscindibilmente legati ad un determinato territorio, in collegamento con precisi scenari turistico-culturali. Per questo nel 2007 l'Amministrazione comunale ha adottato un preciso Disciplinare per la realizzazione del suo piatto tipico, i “Gnochi con la fioreta”, facendolo diventare un piatto a Denominazione Comunale (De.Co.).

Numerosi ristoranti e alberghi recoaresi hanno sottoscritto il disciplinare e questa adesione è testimoniata da una apposita targa che garantisce il cliente sulla qualità degli ingredienti e sulla correttezza della lavorazione.

Anche Bolzano Vicentino avvia l'iter per la DeCo

Confermato l'interesse del Comune di Bolzano Vic.no ad essere inserito fra quelli che stanno perfezionando l'iter per aderire alla De.Co.

Il nome del prodotto destinato ad essere iscritto nel registro DeCo è  l'"Avanotto di Bolzano Vicentino" della famiglia del salmonidi della specie Trota Iridea (Oncorhyncus Mykiss).  

La prima manifestazione in programma è la seguente:

Sabato 18 giugno (tutto il giorno)

Spazio "BOLArt(c) DE.CO."

Saggi di eno-gastronomia: i vini della pedemontana vicentina abbinati alle preparazioni di pesce d'aqua dolce DE.CO. di Bolzano Vicentino all'interno dell'evento "Doppio senso". 

Disambiguazione di opere pittoriche e fotografiche inframezzate da seminari  a carattere tecnico-naturalistico sull'ambiente di risorgiva e musicale. 

Organizzatore: Associazione Culturale BOLArt(c)

Location: Ex Mulino Pigato-Orno, ora Acquacoltura Biasia Paolo, Via Marosticana 44, Bolzano Vicentino (VI)

 Info: Michela.Menegus@teletu.it

A cena con la mostarda De.Co.

Aperitivo di benvenuto

Cotechino con purè di patate e mostarda delicata

Vellutata di zucca con chenelle di mostarda e amaretti

Risotto con morlaco, carciofi freschi e ristretto di zenzero

Arista di maialino glassata al forno con mostarda di mele cotogne

Tortino di ricotta e mostarda con crema alla vaniglia

Mascarpone con la mostarda

Vini locali

 

Montecchio Maggiore, 22 gennaio 2011

A Conco approvata la DeCo

Ne Il Giornale di Vicenza odierno il Sindaco di Conco, Graziella Stefani:«Vogliamo promuovere il nostro territorio anche negli aspetti gastronomici - spiega il sindaco - e per questo abbiamo approvato la “Denominazione Comunale" per il sedano di Rubbio e il tarassaco, inseriti nel circuito provinciale attraverso pubblicazioni curate dalla Provincia.

28 gennaio 2011


La resurrezione del maiale in 53 ricette. Tutti i salumi e l'identikit dei norcini.

«El mas'cio xe 'na botega». «Del mas'cio non se buta via niente». Proverbi e modi di dire tradizionali entrati nel patrimonio comune, nella memoria collettiva.

Quasi un affettuoso ricordo del maiale, che muore di morte violenta e dopo risorge in squisiti salumi e ricchi piatti. Al maiale, il Consorzio di promozione turistica “Vicenza è” e la Provincia di Vicenza hanno dedicato un libro di 140 pagine, edito da Terra Ferma. Il volume prende in esame la tradizione vicentina legata al maiale: ossia salumi, ricette ma anche norcini, ossia gli specialisti del settore. Li è andati a cercare Carla Urban, che ha compilato un elenco ragionato degli esperti che fanno vivere le antiche tradizioni legate alla macellazione e al confezionamento dei salumi. Il suo è un viaggio che spazia in tutta la provincia, da Mon! teviale a Recoaro, da Sovizzo a Valli del Pasubio.

il_maiale_tf


Ad Amedeo Sandri, cuoco con la passione di scrivere sin dai tempi de “La Cucina Italiana” con Giuseppe Maffioli, negli anni Settanta, è toccato un altro compito: raccontare la tradizione vicentina legata al maiale. Nel volume sono elencati (e spiegati) i diversi tipi di salumi ricavati dal maiale; sono anche presenti 53 ricette di piatti, nelle splendide fotografie di Cristiano Bulegato, che ne testimoniano, appunto, la resurrezione.
Lo scopo del volume è illustrato da Dino Secco, vicepresidente della Provincia, nella prefazione del libro: legare il turismo ai prodotti di tradizione è una leva che gli enti vogliono usare per migliorare la capacità di attrazione del Vicentino, che vanta molte prelibatezze.

Fonte Il Giornale di Vicenza, 19 gennaio 2011

Mostarda De.Co.: Scatta la caccia alla ricetta inedita

Il prodotto è diventato famoso grazie alla storica ditta Boschetti. Ora verrà creato un marchio coinvolgendo anche i produttori
 Montecchio culla della mostarda che a breve sarà De.Co. Il consiglio comunale ha approvato all'unanimità un regolamento per valorizzare le attività agro-alimentari tradizionali: il primo prodotto a “denominazione comunale" sarà una ricetta inedita della mostarda, peraltro ancora da trovare, che verrà approvata da una commissione.
La specialità gastronomica legherà la sua peculiarità alla città castellana, che ha dato i “natali" al prodotto grazie alla storica ditta Boschetti che mise a punto la ricetta nel 1918. «Con la De.Co. possiamo collegare il territorio ad una specifica produzione - ha detto Leonardo Peotta, assessore alle manifestazioni - è un marchio di qualità». La mostarda, quindi, anche volano per il turismo e l'economia: «Vogliamo avere un prodotto originale e che ci contraddistingua», ha evidenziato l'assessore alla cultura, Claudio Beschin. Ma la mostarda sarà il primo dei prodotti tipici che potrebbero fregiarsi di questa denominazione, una certificazione di provenienza e qualità che rappresenterà una garanzia per il consumatore ma anche una garanzia, oltre che responsabilità, anche per i produttori: «Prossimi passaggi - ha continuato Peotta - saranno la produzione di un marchio, un tavolo di lavoro dei produttori e rafforzerà ciò che già esiste». Pieno appoggio è giunto dalla Lega e PdL che hanno definito la De.Co. un modo per tutelare le tradizioni e incentivare lo sviluppo del territorio: «È un valore aggiunto per Montecchio- ha evidenziato il leghista Giorgio Pozza - è una certificazione di salvaguardia e tutela del prodotto». Per Mario Guggino del PdL, «la mostarda ha identificato il nostro comune ed è un qualcosa che non deve essere perduto». «Qui è nato lo storico prodotto - ha aggiunto Giuseppe Ceccato - con una prestigiosa azienda che ci ha dato lustro». Le minoranze appoggian l'iniziativa: «Sono contento che l'amministrazione abbia deciso di potenziare un'iniziativa che abbiamo iniziato tre anni fa - ha detto Maurizio Scalabrin - così nel futuro verranno sostenuti anche altri prodotti». Giampaolo Valerio ha evidenziato il lavoro delle precedenti amministrazioni nella valorizzazione del territorio.

IL MELO COTOGNO – IL FRUTTO

Il frutto del melo cotogno è simile ad una mela, dalla forma globoide irregolare, dalla superficie tormentata e particolarmente pelosa, di colore verde a maturità commerciale e giallo ceroso a maturità scientifica. Ha un polpa granulosa, dura e un sapore molto allappante, aspro, il frutto non è gradevole da mangiare, si utilizza quindi per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde oppure per distillati e liquori.

Il frutto del melo cotogno non è però privo di zuccheri che si presentano durante e dopo la cottura nella preparazione delle confetture dove la polpa assume una grande dolcezza liberando un intenso profumo di miele, non a caso il nome greco del frutto tradotto significa “mele di miele”, mentre in portoghese marmellata assume il nome di “marmelo” che significa anche melo cotogno.

Nel Medioevo il frutto veniva usato per profumare ed insaporire le carni. Precedentemente alla diffusione dello zucchero raffinato avvenuto alla fine del 1700, la confettura semisolida di mele cotogne è stata uno dei pochissimi cibi dolci facilmente reperibili, conservabili ed economici a fronte del miele, che era però, costosissimo.

Al frutto del melo cotogno gli antichi attribuivano notevoli doti medicinali; anche oggi vengono riconosciute proprietà antinfiammatorie dell’apparato digerente, è inoltre un antibatterico oltre che idratante per le malattie dell’epidermide. Il frutto, deposto negli armadi era ed usato per profumare la biancheria.

In virtù delle caratteristiche succitate, a Montecchio Maggiore in un recente passato e forse ancora oggi, il frutto del melo cotogno veniva posto in una teglia ricoperta sotto le braci e la cenere ancora calde del camino durante la notte; al mattino sprigionando tutte le sue squisite proprietà diventava golosa colazione per i bambini e anche per gli adulti, specialmente anziani.

Le donne fortunate che lavoravano alla fabbrica Boschetti, carpiti i segreti per fare la Mostarda Vicentina la confezionavano in casa arricchendo così il povero pasto quotidiano.

 

LA FIERA DELLA MOSTARDA – UN PO’ DI STORIA

La Città di Montecchio Maggiore conserva un rapporto indissolubile e particolarmente caro con la Mostarda Vicentina tale rapporto è legato, non solo alle sue pregevoli caratteristiche gastronomiche, ma al ricordo degli anni molto difficili e tristi a cavallo della II° Gerra Mondiale, quando una storica e grande azienda alimentare “la Boschetti”, oggi purtroppo trasferita, dava lavoro se pur stagionale, ad una gran parte della popolazione femminile Montecchiana, aiutando a risolvere, o meglio risolvendo, i non pochi problemi di sopravvivenza quotidiana. Oggi della grande fabbrica resta la monumentale ciminiera, recentemente restaurata dall’Amministrazione Comunale,  che svetta all’ombra dei Castelli di Giulietta e di Romeo, testimone anche dei tempi in cui la sua sirena, con il lugubre e potente suono, scandiva le ore non solo per i dipendenti ma per tutta la popolazione Castellana. Oggi un’altra prestigiosa azienda locale “La Nuova Tradizione” si è cimentata nella produzione della Mostarda Vicentina, rinnovando antiche tradizioni e risvegliando ricordi nella nostra Città.

In un recentissimo passato, nel dicembre del 2008, l’Amministrazione Comunale, decide di dare timidamente vita, in concomitanza dei Mercatini di Natale, alla prima Fiera della Mostarda Vicentina, apprezzabile idea volta alla riscoperta delle nostre tradizioni gastronomiche. Partecipano fin dalla prima edizione e ci sostengono generosamente anche oggi, quattro prestigiose aziende che rappresentano una significativa realtà nella produzione della Mostarda Vicentina: Boschetti di Ronco All’Adige, Lazzaris di Conegliano, Facci di Altavilla Vicentina e Nuova Tradizione di Montecchio Maggiore.

Negli anni 2009 e 2010 la Fiera si consolida anche con attività collaterali (come la “Mostarda alle Priare”, ameno sito ipogeo, in prossimità dei castelli di Giulietta e Romeo) rivelandosi così una manifestazione che varca i confini della provincia di Vicenza e della regione Veneto. Nel dicembre del 2010, una delibera del Consiglio Comunale, approvata con l’unanimità dei consensi, conferma il protocollo che sancisce la Denominazione Comunale della Mostarda Vicentina e suggella così il primo prodotto DE.CO. del Comune di Montecchio Maggiore. Nello stesso anno si stabilisce che la data tradizionale della Fiera sia fissata nella I° domenica d’Avvento di ogni anno; si consolida anche il rapporto di amicizia con i “Montecchi d’Italia”: Montecchio Emilia, Montecchio Precalcino e Montecchio Terni che da quest’anno partecipano alla Fiera con i loro tipici prodotti.

Nel 2011 le premesse si preannunciano assai promettenti, e anche grazie all’entusiasmo del Sindaco Milena Cecchetto, degli Assessorati alla Cultura, alle Manifestazioni e all’impegno dell’Amministrazione Comunale di Montecchio Maggiore, si è rinvigorito e consolidato il rapporto di fiducia e collaborazione con la Pro Loco Alte Montecchio. Si sono profuse le idee e le risorse necessarie per avviare quel processo organizzativo che porterà la Fiera della Mostarda Vicentina ai più alti livelli delle manifestazioni enogastronomiche Nazionali e…perché no…Internazionali.

Perseguendo quest’ottica, una serie di fortunate circostanze ci hanno portato ad una significativa quanto importante collaborazione con la locale Cantina Colli Vicentini che ci permetterà di abbinare il Durello, pregiato e riscoperto vino della zona, che fa parte del Consorzio di Tutela del Vino Lessini Durello D.O.C….e quindi, la nuova denominazione è 

“IV° FIERA DELLA MOSTARDA VICENTINA…COL DURELLO”

Il primo e significativo risultato di quest’accordo permetterà lo svolgimento della Fiera nell’area della Cantina Colli Vicentini in un prestigioso padiglione conosciuto come Paladurello. E’ quindi storia di questi giorni l’impegno di Tutti per portare sempre più in alto la Mostarda Vicentina, il Durello e le loro tradizioni.

 

ODE ALLA MOSTARDA

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

che gusto i ghe cata a magnar la mostarda

nessun lo capisse, ma tuti i lo fa.

Mi digo che xè par fare compagno

No serto mi credo che sia par bontà.

Or eco ve digo in pochi minuti

Segreti, ingredienti, sapori e costumi;

no xè na finsion, xè vero ve digo

la vera mostarda xè fata de pomi.

No steghe scoltar i francesi o i anglicani

Che i dise “mostarda”ogni roba che beca,

la nostra invesse xè sempre la stessa,

fata co’ pumi, co’ piri e anca i codogni.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

Se ciapa sta roba on poco crueta

Se taja a tocheti e cusina nel vin

Par essar sicuri xè mejo vin santo

Ma anca quel dolse o spumante va ben;

On poco de sucaro e qualche spezietta,

se speta mezz’ora che la vegna fredeta,

al donche ghe semo e desso ste tenti

a metar la seneve state prudenti:

Xe pronta, xe bela, la pissega on po’

spetemo na s-cianta, o anca no;

la mostarda xe pronta, soto chi toca

no ghe vole corajo a metarla in boca.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

E tanta delissia come se magnela…

Anca so posta, ma in compagnia bela…

Col lesso, coa lengoa e anca el coessin;

insieme al formajo vecio o morlaco;

ma se serchè… el mejo… xe qua mascarpon

che rende la nostra ‘na crema speciale

da metare insieme al paneton de Natale.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

De ani ghin’ passa, e tanti mi digo,

adesso sta roba la pare un intrigo.

I siuri de desso i xe tanti de pì

Ma i magna diverso sempre manco cossì.

La pora mostarda, adesso de più,

Me pare ‘na roba dei tempi che fu,

ma riva la Fiera, e pian pianpianelo

xè serto la porta in piassa el mestelo;

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

Soto ai castei oramai, chi varda

Cata Montecio sità de mostarda,

ma gran novità co’ nantri da st’ano

ghe xe altri monteci che parla italiano

noi siamo contenti e verso di loro

apriamo le porte del nostro tesoro

sicuri che adesso in piazza Marconi

troviamo l’Italia di quattro comuni

Montecchio d’Emilia, Montecchio Ternano,

Montecchio Preclaro e poi il Castellano

Si sentono amici, si sentono fratelli

E da oggi si credon anche più belli.

P.S. Le ultime strofe sono state aggiunte nel2010 inonore ai Montecchi d’Italia

(Pro Loco Alte Montecchio 2011)

 

 

CALDOGNO. Progetto per il marchio De.Co

  • Approda in Consiglio la tutela dei cibi locali

Salvaguardare i prodotti enogastronomici locali, valorizzandoli con una particolare etichetta indice di qualità e genuinità, la De.Co ossia Denominazione Comunale. Nell' ultimo consiglio comunale l'assessore all'ecologia e al turismo Ivano Meneguzzo ha illustrato il progetto, in collaborazione con il consorzio “Vicenza è”, che si dividerà in 2 fasi: l'apertura di un “libro bianco” che fungerà da registro e l'inserimento dei prodotti agroalimentari considerati meritevoli. Il marchio di garanzia De.Co, certificazione nata da un'idea dell'esperto di gastronomia Luigi Veronelli è divenuta legge nell'ottobre 2001.
«L'iniziativa permetterà di ufficializzare e promuovere alcuni prodotti d'eccellenza del nostro territorio» ha detto Meneguzzo. Un mezzo di promozione dunque, che andrà ad affiancare le varie sigle Dop, Igp, Stg e Doc. Ancora ufficiosa la lista delle specialità che potranno fregiarsi del marchio. Tra le papabili spiccano la trota di Cresole, la zucca locale e la “trota alla vicentina”, piatto simile al baccalà. G. AR.

GIORNALE DI VICENZA, Mercoledì 15 Dicembre 2010