20 febbraio:l'appuntamento è alla biblioteca LA VIGNA
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- Categoria: Notizie dai Comuni De.Co. vicentini
- Creato: Mercoledì, 20 Febbraio 2013 12:42
Il mais Marano vola ma a terra mancano gli agricoltori.
La richiesta di farina gialla De.co prodotta dal Consorzio di tutela è quasi raddoppiata negli ultimi anni, complice anche la vendita online e trasmissioni come Geo&Geo che ne hanno aumentato al visibilità. Le scorte di quest´anno sono infatti andate a ruba in pochi mesi: da settembre a dicembre sono stati venduti 300 quintali di farina.
Un risultato sorprendente, che se da un lato decreta il successo del prodotto, dall´altro ha di fatto svuotato i magazzini del Consorzio che ora vuole correre ai ripari per non ritrovarsi nella stessa situazione la prossima stagione.
Ecco allora l´idea: cercare cittadini e proprietari di terreni posizionati nella fascia dell´Alta Pedemontana vicentina disposti a coltivare i loro campi per aumentare la produzione di farina e salvaguardare così questa varietà tipica di mais selezionata in paese ben 123 anni fa.
«Anche senza esperienza - ci tiene subito a precisare Alfonso Zambon, presidente del Consorzio Mais Marano - a noi basta la buona volontà dei cittadini, cui forniremo la semente e insegneremo come coltivare la terra. Abbiamo bisogno dell´aiuto di tutti per portare avanti il progetto di tutela di questo prodotto tipico della nostra zona, che sta riscuotendo un notevole successo in tutta Italia. Per riuscire a soddisfare la richiesta, che continua ad aumentare anche grazie alla vendita online, dovremmo poter contare su altri 300 quintali di farina all´anno e per farlo sono necessari come minimo altri cinque ettari di campi coltivati a mais».
I terreni devono essere localizzati nella fascia alta della Pedemontana vicentina, che va da Valdagno fino a Rosà, l´unica in grado di conferire alla farina le particolari qualità organolettiche e gustative che la rendono così speciale. Dopo il raccolto, sarà il Consorzio di tutela a essiccare e macinare la granella per trasformarla in farina che poi verrà commercializzata dalla Cooperativa Mais Marano.
«Chi è interessato si faccia avanti senza paura - conclude Zambon - perché ci penseremo noi a farlo diventare un bravo coltivatore. È un progetto che non solo farà ritornare alla vita i numerosi campi incolti che si estendono sull´area Pedemontana, ma offrirà ai proprietari dei terreni un´opportunità di lavoro concreta, da affiancare ad altre attività: ogni quintale di granella secca, che rende circa 70 chili di farina, è pagato fino a 50 euro».
Fonte Il Giornale di Vicenza, 10 febbraio 2013
Tutto è nato in Campo Marzo quando, come ha documentato il nostro Giornale, le verze sono state preparate e bollite, poi riposte come si faceva un tempo in un recipiente, bagnate di grascia e messe a riposare per 40 giorni.
Adesso, finito il periodo della “gestazione” le composte sono nate. Otto gli chef impegnati in rappresentanza dei ristoranti “L´Altro Penacio”, “Giulietta e Romeo” con Maurizio Nori, “La Marescialla”, “Ca´ Masieri”, Clara, Nogareo, “Al Castello” e “Palazzetto Ardi” che, dopo aver presentato il primo menù in villa Cordellina Lombardi, proporranno i piatti nei loro locali fino al 17 novembre.
Ma oggi a partire dalle 12, a villa Da Porto è in programma la grande festa delle composte De.Co. Di Montorso, che prevede fino ad esaurimento dei piatti preparati sia degustazioni gratuite che la possibilità di pranzare con 13 euro.
Raviolo di lardo ripieno alla verza su composte,sformato con composta su maialino da latte, tortino di composta con baccalà al vapore, coniglio di San Biagio e dolce, tutto innaffiato dal vino Durello della Cantina di Alte.
Fonte Il Giornale di Vicenza, 10 febbraio
Il broccolo fiolaro De.Co. approda a Milano. Lo ha comunicato nei giorni scorsi lo chef pluristellato Carlo Cracco, nativo proprio di Creazzo, a Vladimiro Riva di “Vicenza è”, consorzio che da anni opera a favore dei prodotti tipici e delle denominazioni comunali. Oggi, Cracco inaugurerà la scuola di cucina, diretta dalla giornalista di Repubblica Licia Granello, vicina all´Iper del Portello, presentando il broccolo fiolaro De.Co., per il quale la Coldiretti ha promosso la costituzione di una cooperativa di produttori. In questa iniziativa Cracco è in compagnia di Daniele Donadello e del sindaco Stefano Giacomin. A Milano si è recato anche Roberto Astuni, presidente della Magnifica Confraternita dei ristoratori De.Co., interessato alle eccellenze alimentari e ai più qualificati mestieri del cibo. Un appuntamento importante quello odierno per il broccolo, presenza abituale nel ristorante milanese di Cracco.
IL GIORNALE DI VICENZA 28/1/2012 pagina 14
Si avvicina sempre più il riconoscimento del tradizionale dolce di Zermeghedo. Il “gobeto”, biscotto tipico della zona aromatizzato con il vino recioto, potrà presto avvalersi della De.Co., la denominazione comunale di origine, che potrà così conferire alla rinomata ricetta gelosamente custodita dalle massaie del paese e tramandata di generazione e in generazione una garanzia formale e le basi per la tutela dalle eventuali imitazioni che potrebbero essere compiute. Proprio in questi giorni, grazie alla Pro loco e al Consorzio La Serenissima che raggruppa le associazioni di promozione territoriale delle valli dell´Agno e del Chiampo, i “gobeti” hanno fatto un´uscita pubblica ospiti alla sagra del broccolo fiolaro di Creazzo.
L´iter per ottenere la De.Co per il gobeto è già partito. «Questo biscotto realizzato con ingredienti tipici provenienti dalla vallata - spiega il presidente della Pro, Enzo Sacchiero -rappresenta un´importante occasione di promozione e valorizzazione del nostro territorio. Il consiglio comunale ha da poco approvato il regolamento e ora non ci resta che attendere gli ultimi passaggi burocratici e poi la De.Co. sarà realtà».
M.G. IL GIORNALE DI VICENZA venerdì 25 gennaio 2013 pagina 40
TONEZZA DEL CIMONE.
Sono state 750 piante di cappucci tarpi a far ripartire la tradizione
Piante di cappucci tarpi. G.M.F.
L´hanno voluto chiamare “Festa del bisele" l´appuntamento gastronomico che vede assieme, come organizzatori, il Comune, l´Associazione Giovani, gli Alpini e i Fanti, impegnati a far riscoprire le antiche tradizioni.
“Bisele" è l´antico nome del “piccolo orto" casalingo, dove i tonezzani erano soliti coltivare prodotti che arricchivano una povera economia montana in cui il maiale costituiva una ricca dispensa anche in tempi di magra, la patata era regina della tavola nei suoi molteplici usi, e i frutti orticoli fornivano quell´apporto di gusto e di alimenti necessari alla salute. È così che, con la “Prima Festa del bisele", si vuole ripercorrere la strada della gastronomia casalinga, di contrada o paesana, che trova la sua origine nella riscoperta della “patòna", penuto una leccornia col suo impasto di patate e sossoli, cotto e, infine, arrostito. Già il Consiglio comunale aveva attribuito alla stessa patòna la denominazione de.co. Cosa che si vuole ripetere ora per il cavolo cappuccio.
«L´idea - spiega Gianpietro Fontana, agricoltore - è nata dal sindaco, Amerigo Dalla Via. Già in vista della festa, a primavera sono state piantate 750 piante di cappucci tarpi, che sono cresciuti bene, favoriti dal clima e dall´altitudine, che li hanno preservati dal caldo eccessivo, dalle malattie e dagli attacchi dei parassiti. Prodotti che sono stati raccolti con la prima neve. Ora penteranno dei saporiti crauti, davvero speciali».
Per i buongustai, l´appuntamento della festa è per domani negli ampi locali a pianterreno del Centro Congressi. Alle 12 ci sarà l´intrattenimento corale col coro “Azzurri Monti", diretto da Armando Colombo, e quello musicale con i “Vivo Forte" e il tributo ai Nomadi. Poi il via alle degustazioni. Il menu prevede patòna brustolà, crauti,cotechino, sopressa e formaggi di malga
G.M.F.
@ Il Giornale di Vicenza 4/1/2013
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