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Sandrigo festeggia la De.Co. del Bacalà alla Vicentina

L'assessore Finozzi presenta il progetto di legge regionale sulle denominazioni comunali

Sandrigo

Dopo l'adozione della delibera da parte del Consiglio comunale alla fine dello scorso mese di luglio Sandrigo ha voluto festeggiare la De.Co. del bacalà alla vicentina, alla fine di un anno che ha visto il bacalà protagonista della Via Quirinissima, un percorso promozionale e rievocativo lungo diversi paesi europei realizzato grazie al sostegno della Regione Veneto e degli assessori Ciambetti e Finozzi.

Comune di Sandrigo, Pro loco, Confraternita del bacalà, con Vicenza è e il Tavolo dei Comuni De.Co. hanno infatti ritenuto che fosse giusto celebrare l'ingresso fra i Comuni che hanno adottato una denominazione comunale una comunità che tanto sta operando per promuovere il piatto certamente più noto della terra vicentina e fra i pochi piatti celebri legati indissolubilmente a un territorio, come il fegato alla veneziana o la cotoletta alla milanese.

L'incontro in sala consiliare ha visto i saluti di Fausto Fabbris e di Luciano Righi dopo quelli del sindaco Giuliano Stivan il quale sta pensando alla possibilità di una futura intitolazione di una via o una piazza a Gino Veronelli ma ha anche comunicato che ai vari ingressi nel territorio comunale di Sandrigo è già installata una nuova segnaletica, realizzata d'intesa con Vicenza è, che da il benvenuto a Sandrigo, nel paese di ville venete e del bacalà alla vicentina De.Co., gemellato con Rost in Norvegia.

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Truffa alla festa del broccolo. A lanciare l´allarme l´associazione e la cooperativa di produttori De.Co. che stanno organizzando la sagra

Sponsor truffati da falsi promoter che convinti di aiutare la Pro loco hanno pagato per depliant fasulli Venduti anche prodotti taroccati

La festa del broccolo si svolgerà dal 10 al 20 gennaio. ARCHIVIO
Falsi promoter alla ricerca di sponsor per la sagra e broccolo fiolaro taroccato. È allarme a Creazzo, dove la Pro loco e la neonata cooperativa di produttori De.Co. sono scesi sul piede di guerra, alla vigilia della 14° edizione della tradizionale festa che si svolgerà dal 10 al 20 gennaio, per tutelare da truffe il prodotto tipico per eccellenza del territorio e per impedire contraffazioni del marchio. 
Già più di un mese fa sui banchi di fruttivendoli e in alcune aziende agricole sono apparsi foglie e germogli spacciati come broccoli fiolari De.Co.; prima ancora dell´arrivo delle gelate che rendono più saporita questa prelibatezza invernale la cui produzione è confinata in una piccola area del territorio creatino.
Addirittura, c´è chi, ingolosito dall´appetibile rarissima verdura, coltivata anche nell´orto della Casa Bianca americana, ha fatto il giro del paese vendendo pubblicità fasulla su fantomatici depliant non autorizzati con il programma della tradizionale festa del broccolo fiolaro di gennaio.
«A preoccuparci - spiega Beatrice Girardello, presidente della Pro loco - è il fatto che alcune aziende agricole trasmettano al pubblico informazioni errate e fuorvianti su un prodotto che è del nostro territorio, conosciuto e apprezzato, vendendo broccoli privi del marchio di qualità facendo credere che siano quelle originali». Aggiunge: «Girano in paese anche alcuni falsi promoter che contattano sponsor per raccogliere pubblicità da inserire in depliant non autorizzati della sagra».
Aggiunge Andrea Farneda, presidente della cooperativa di produttori De.Co: «Il broccolo fiolaro è una qualità di pianta che tutti possono coltivare, ma è giusto informare i clienti sulla differenza tra un prodotto De.Co. e uno che non lo è. Purtroppo si sta facendo strada un tipo di broccolo fiolaro che proviene da coltivazioni non idonee alla formazione delle sue pregiate caratteristiche e che quindi non può rientrare nell´etichetta d´origine. Contrariamente alle regole di corretta coltivazione, queste aziende raccolgono il broccolo prima delle gelate e la pianta, che per questo non riesce a rilasciare acqua facendo depositare i sali che gli conferiscono il suo tipico gusto, pesa di più e il prezzo lievita».
 
Cinzia Ceriani
@ Il giornale di Vicenza 9 dicembre 2012

La patata Monte Faldo De.Co. tra le identità culturali italiane

TRISSINO/2. Rubega: «È stato un successo».Al salone di Genova gnocchi a ruba Dieci chili in un´ora

La patata Monte Faldo De.Co. tra le identità culturali italiane

Gli gnocchi di Selva sbarcano al salone delle “Identità culturali" di Genova. È stato un grande successo la partecipazione di Trissino alla prima edizione nazionale della Fiera dei prodotti De.Co.«Abbiamo fatto conoscere ai visitatori quanto produce il nostro territorio, in particolare la patata Monte Faldo e gli gnocchi di Selva De.Co. - spiega l´assessore al bilancio e alle attività produttive Camilla Rubega - Basti solo dire che ne sono stati serviti 10 chili, con 3 perse presentazioni di sughi (burro e salvia, pomodoro e basilico, tastasale)».

Lo chef Massimiliano Voltolina si è destreggiato tra i fornelli e l´intera produzione è stata consumata in una sola ora.
«La prima edizione è stata un successo - aggiunge Rubega - Auspichiamo che, forti dell´esperienza acquisita, la prossima partecipazione possa trasmettere maggiormente la genuinità e la fragranza dei prodotti della nostra terra, all! argando prospettive di mercato che già ad oggi sono promettenti. Ringraziamo chi si è prodigato per la buona riuscita dell´esperienza e per la promozione del nostro Comune: in particolare il Consorzio “Vicenza è”. Da tutti è arrivato un aiuto indispensabile per la riuscita dell´evento».A.C.

Il Giornale di Vicenza

venerdì 07 dicembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 45

Presentazione del libro:"Luigi Veronelli. La vita è troppo corta per bere vini cattivi."

veronelli

Il consorzio di promozione turistica Vicenza è e Slow Food Veneto,Vi invitano a partecipare presso la Sala delle Fraglie del Centro Congresso Confartigianato (g.c.)  in via E.Fermi 201 a Vicenza, alla presentazione del libro

“Luigi Veronelli -  La vita è troppo corta per bere vini cattivi”,che avrà luogo venerdì 14 dicembre alle ore 17.00

alla presenza di Gian Arturo Rota, di  Casa Veronelli e di Nichi Stefi, autori della pubblicazione, che ne parleranno con Antonio Di Lorenzo, Mauro Pasquali e Vladimiro Riva. Pubblicato da Giunti/Slow Food Editore, il libro, una sorta di biografia ma non convenzionale e per ciò curiosa, fa emergere, per voce di chi l’ha conosciuto in tutti i suoi molteplici e mai banali aspetti, la complessità, la poliedricità e l’originalità di Veronelli e del suo pensiero.

Sarà anche possibile acquistare il libro.

 

 

Presentazione: La Denominazione Comunale del Bacalà alla Vicentina

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Il Comune di Sandrigo, il consorzio di promozione turistica Vicenza è, la Pro loco di Sandrigo e la Venerabile Confraternita del Bacalà alla vicentina, con il Tavolo di coordinamento dei Comuni De.Co. Vi invitano a partecipare alla presentazione della Denominazione Comunale del Bacalà alla Vicentina che avrà luogo sabato 15 dicembre alle ore 10.30 presso la Sala del Consiglio Comunale del Municipio di Sandrigo in piazza Matteotti 10 a Sandrigo. Dopo il saluto del sindaco Giuliano Stivan, del presidente della Pro Loco Fausto Fabbris e del presidente della Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina Luciano Righi,  il giornalista Antonio Di Lorenzo modererà una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di Gian Arturo Rota di  Casa Veronelli,  Paolo Massobrio dI Club Papillon, Marino Finozzi Assessore Regionale al Turismo. A seguire interventi di Dino Secco, Giorgio Rossi, Diego Meggiolaro  e Francesco Fochesato. 

A conclusione Antonio Chemello con i Ristoratori del bacalà offrirà una degustazione del prodotto De.Co. del Comune di Sandrigo

Formaggio e Latticini Monte Faldo di Nogarole Vicentino

Il formaggio e i latticini “Monte Faldo” vengono prodotti con il latte derivante dagli allevamenti posti appunto nel territorio del Monte Faldo. L’erba e la fienagione con cui vengono alimentate le vacche da latte sono lavorate esclusivamente nella zona collinare del Monte Faldo. Gli allevamenti e i campi coltivati rientrano nei confini amministrativi dei Comuni di Nogarole Vicentino, Trissino, Brogliano, Arzignano e Chiampo.
Il Monte Faldo è un rilievo di origine vulcanica che rappresenta, dal punto di vista geografico, una della ultime propaggini della dorsale lessinea in territorio vicentino; raggiunge un’altitudine massima di 807 m s.l.m. e si trova a spartiacque tra la vallata dell’Agno e quella del Chiampo.
Essendo il formaggio e i latticini dei prodotti trasformati, la loro trasformazione e lo svolgimento del relativo metodo di lavorazione avvengono presso il caseificio sociale avente sede nel Comune di Nogarole Vicentino.

La produzione di formaggio è radicata nel territorio di Nogarole da tempo immemore.
La conformazione di questo territorio collinare e di mezza montagna, spesso frammentato in piccole o piccolissime proprietà, comporta difficoltà notevoli nell’attività agricola e non garantisce una resa paragonabile alle colture intensive della pianura. Per questo l’allevamento del bestiame è da secoli una risorsa importante per l’economia rurale locale.
Nella memoria della popolazione locale si tramanda ancora oggi l’importanza, un tempo, di alimenti semplici ma indispensabili come “pan e formajo” e “polenta e formajo”. Quasi la totalità del latte prodotto veniva riservato alla produzione del formaggio, alimento che arricchiva la mensa di ogni contadino, facile da conservare e disponibile per tutto l’anno.

Questa storica tradizione è testimoniata:
- dagli antichi “estimi” del XVI e XVII secolo, ovvero i censimenti dei terreni e delle proprietà redatti sul territorio da appositi funzionari durante il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia a fini fiscali, così come dai documenti del periodo asburgico e del Regno d’Italia;
- dalla conformazione tipica di tutte le contrade, composte per secoli da piccole e modeste abitazioni sempre affiancate da una stalla;
- dall’esistenza ancora oggi di una antica ghiacciaia interrata a pochi passi dal centro del paese, che ha certamente più di un secolo e nella quale si conservava la neve compattata per utilizzarla nella bella stagione per la produzione del burro;
- nella memoria del funzionamento di numerosi caseifici turnari durante lo scorso secolo, sparsi sul territorio per essere comodi per il conferimento del latte per gli abitanti di tutte le contrade: nel centro di Nogarole ne furono realizzate ben tre, una nella frazione di Alvese a pochi passi dalla chiesa, una in contrà Casara, una in contrà Togni (Pugnello di Arzignano), una in contrà Cosari, una a Selva (frazione di Trissino);
- dalla diffusa presenza, in tutto il territorio, dei resti di un complesso sistema di bacini di contenimento più o meno artificiali – detti “laghi” – utilizzati un tempo per raccogliere l’acqua e poi irrigare i prati, per produrre quindi il fieno necessario per l’allevamento;
- dalla sopravvivenza ancora oggi dei “casoni”, vere e proprie stalle d’alta quota sparse attorno alle cime del Monte Faldo (807 m s.l.m.) e del Monte Croce del Bosco (851 m s.l.m.) che testimoniano una antica forma di alpeggio: durante la bella stagione i contadini portavano lassù le vacche a pascolare, così da risparmiare il fieno per il lungo inverno, e il bestiame la notte trovava rifugio all’interno dei casoni.


Nei secoli passati l’allevamento bovino era minoritario rispetto a quello ovino, importante anche per la produzione di lana che veniva lavorata in loco ma soprattutto nel fondovalle; il superamento definitivo del numero di capi bovini avviene nel corso del XIX secolo.
- in una statistica del 1603, limitata ai soli capi bovini, a Nogarole si registrano 26 bovi e 110 vacche. Nel quinquennio 1785-1789 troviamo invece 138 bovini da giogo e 211 pecorini.
- una statistica ministeriale del 1875 evidenzia che, su una popolazione di 1024 abitanti risultavano 97 proprietari di bovini, i quali possedevano in totale 379 capi così divisi: 120 vacche, 46 giovenche pregne, 86 bovi da lavoro, 68 torelli sotto i 6 mesi, 59 vitelli e vitelle sotto i 6 mesi; nessun toro da monta, nessun toro da macello. Solo 38 proprietari possedevano 103 pecore e 19 montoni.
- dal Verbale di ispezione dei servizi di razionamento consumi del comune di Nogarole Vicentino del 1943, stilato dall’ispettore Antonio de Paoli per conto della Prefettura di Vicenza, su una popolazione di 1487 persone risultavano ben 314 conferenti latte.
Il moderno settore lattiero-caseario, basato sulla forma della società cooperativa, ha preso avvio dallo sviluppo del “caseificio turnario”, la cosiddetta casàra, un modello considerato meno efficiente ma che è sopravvissuto fino agli anni Sessanta del secolo scorso.

Mattina e sera, dopo la mungitura ogni famiglia portava il latte in casàra: in base alla quantità di latte conferito durante l’anno, ciascun socio aveva diritto a portare a casa una quantità determinata di formaggio. Il casàro, che spesso viveva al piano superiore del caseificio con la famiglia, riceveva un compenso per il lavoro giornaliero svolto. Ad aiutarlo a far formàjo, a turno, uno dei soci, che quel giorno doveva portare anche la legna, indispensabile per poter fare la cagliata. Un sistema per così dire “democratico” che favoriva i numerosi piccoli allevatori, che da soli avrebbero potuto fare ben poco.
Dei numerosi caseifici turnari del territorio sopravvive oggi la cooperativa in piazza a Nogarole.

I formaggi ed i latticini “Monte Faldo” De.Co. sono ottenuti esclusivamente da latte crudo. È l’unico in grado di trasferire ai formaggi gli aromi e i profumi del suo territorio, di raccontare le erbe e i fiori dei pascoli, le caratteristiche delle razze autoctone, la manualità dei sapienti casari…
La pastorizzazione, infatti, ha lo scopo di distruggere eventuali batteri patogeni ma elimina anche gran parte di quelli positivi, impoverendo il latte della flora lattica organica e di moltissime sostanze importanti e benefiche per la nostra salute. I formaggi prodotti con latte pastorizzato sono anonimi e omologati, replicabili ovunque; i formaggi a latte crudo, invece, pur senza rinunciare alla sicurezza garantita da controlli rigorosi in tutti i passaggi della filiera, sono indubbiamente più buoni, più complessi, più interessanti.
 
Tuttavia, proprio per questo legame fortissimo con il territorio d’origine, il sapore e il gusto dei formaggi a latte crudo può variare in base alle condizioni atmosferiche, all’alimentazione dell’animale e alla stagionalità: questo per il consumatore meno attento può essere considerato un “difetto”, ma si tratta invece di un importante carattere distintivo che merita di essere valorizzato e anzi apprezzato.
Di seguito si propone un elenco esauriente, ma non esaustivo, dei formaggi e latticini “Monte Faldo” De.Co., ciascuno accompagnato da una descrizione dettagliata e da alcune proposte culinarie.
 
a. Tosella
La tosella è un formaggio fresco, a pasta molle, che si può definire quasi allo stadio di cagliata e quindi con una notevole parte di siero al suo interno. Si presenta con un colore bianchissimo ed una consistenza moderatamente elastica. Viene prodotta appunto dalla cagliata appena estratta dalla caldiera, che viene sgocciolata in uno stampo. Si presenta nella classica forma a fette rotonde dello spessore di circa un paio di centimetri. Contiene parecchia umidità e poco sale, pertanto va consumata freschissima, entro 2 o 3 giorni al massimo.
Consigli in cucina: Può essere utilizzata a cubetti nelle frittate o scottata con pomodoro ed origano, o impanata e passata in padella con una foglia di salvia o cruda a cubetti in un’insalatona.
L’assenza di sale nella cagliata rende la tosella un alimento adatto a chi segue una dieta povera di sodio.
 
b. Stracchino
Formaggio a pasta molle e di breve stagionatura, prodotto a latte crudo intero, salato direttamente nel latte e conservato in frigorifero per qualche giorno, per permettere la maturazione e il processo di “stracchinatura”.
La consistenza è morbida, tendente al cremoso, mentre il sapore è delicato, lievemente acidulo. La pezzatura iniziale è di circa di 1 kg, che viene poi suddivisa in porzioni da 200 g.
Consigli in cucina: Ottimo gustato tal quale, al forno o come crema da spalmare sul pane, ideale anche per aggiungere un tocco di morbidezza in numerose ricette, dagli antipasti ai primi piatti ai timballi e come protagonista dell’aperitivo.
 
c. Caciotta
Formaggio a pasta molle da tavola, morbido ed uniforme, dal sapore dolce e di colore biancastro, con occhiatura irregolare.
Per produrre la caciotta la cagliata non viene “cotta”, viene rotta in pezzettoni delle dimensioni di un mandarino ed estratta dalla caldiera direttamente con lo stampo. Dopo la fase di frescura, la caciotta viene salata a mano anziché con immersione in salamoia. Queste caratteristiche le donano il suo sapore particolare.
Prodotta nelle varianti “caciottona” (forma da 5 kg circa) e “la quadra” (2 kg), viene stagionata per almeno 15 giorni prima della commercializzazione.
Consigli in cucina: La sua consistenza la rende estremamente versatile: sfiziosa se consumata al momento e perfetta anche per preparazioni al forno o per le mantecature più varie, garantendo un sapore delicato ed una eccezionale cremosità.
 
d. Caciottine
Formaggi freschissimi, a pasta molle, dal sapore dolce. La tecnica seguita per la produzione è la medesima della caciotta, ma le caciottine si presentano in dimensione minore e sono già disponibili per la vendita con appena 8 giorni di stagionatura.
Prodotte in piccole forme del peso di circa 600-800 g, sono disponibili al naturale oppure arricchite dall’aggiunta di varie spezie tra cui ad esempio noci, olive verdi, erba cipollina, peperoncino, peperoni, pepe tritato, pepe in grano, mirtilli, frutti di bosco, marroni, erba maresina ecc.
Consigli in cucina: Le caciottine nei vari gusti sono ideali per un antipasto misto servito su un tagliere, perfette per un gustoso rinfresco accompagnate da pane fatto in casa o polentina croccante.
 
e. Caciotta al caglio di capra
Prodotto particolare e davvero gustoso: è una caciotta di latte crudo vaccino cagliata con caglio di capra, che le dona una dolcezza accentuata e un sapore delicato.
Viene stagionata per un minimo di 8 giorni prima della commercializzazione.
 
f. Formaggio Monte Faldo Tenero
Da qui iniziamo a conoscere i formaggi d’allevo Monte Faldo. Da una stagionatura minima di 60 giorni per il tenero, si arriva allo stravecchio che supera addirittura i 18 mesi: durante questo periodo si innescano delle fermentazioni che metabolizzano la sostanza di partenza e donano al formaggio un sapore dolce o piccante o più o meno intenso.
Per favorire l’asciugatura, le forme riposano su assi di legno e vengono rivoltate frequentemente.
Le forme sono di circa 9-11 kg e hanno una stagionatura che va dai 60 ai 90 giorni (da 2 a 3 mesi).
Consigli in cucina: Ideale per farcire panini o da usare fuso. Conserva un delicato sapore di latte, perciò si adatta perfettamente a sostituire la mozzarella in qualsiasi preparazione, per dare un tono più vigoroso ai tuoi piatti. Perfetto per un’insalata estiva o una caprese.
 
g. Formaggio Monte Faldo Mezzano Dolce
Questo formaggio è di colore bianco-crema con tendenza al giallo. Si presenta di struttura compatta e una occhiatura media ma non troppo diffusa. In bocca esalta un gusto dolce e deciso ma gradevole di latte e panna fresca con aromi di erba tagliata e mele mature.
Le forme sono di circa 9-11 kg e hanno una stagionatura che va dai 90 ai 180 giorni (da 3 a 7 mesi).
Consigli in cucina: Da provare tagliato a striscioline su una pasta con un sugo delicato, per renderla più appetitosa.
 
h. Formaggio Monte Faldo Mezzano Saporito
Il mezzano piccantino ha caratteristiche microbiologiche molto simili al mezzano dolce ma presenta una pasta più compatta, anche se ancora abbastanza morbida, di colore paglierino piuttosto intenso, con occhiatura di piccola e media grandezza. Pur mantenendo un gusto delicato si presenta con accenti leggermente piccanti.
Le forme sono di circa 9-11 kg e hanno una stagionatura che va da 7 a 11 mesi.
Consigli in cucina: È un ottimo formaggio da tavola, magari abbinato a delle buone pere mature. Fantastico per mantecare un risotto dal gusto deciso.
 
i. Formaggio Monte Faldo Vecchio
Formaggio dal sapore deciso e gradevole di latte, con aromi di burro e fieno, presenta una pasta consistente ma elastica, più dura se stagionato, di colore giallo paglierino. Il gusto dolce e saporito arriva fino al piccante con il protrarsi della stagionatura.
Le forme sono di circa 8-11 kg e hanno una stagionatura che va da 11 a 18 mesi.
Consigli in cucina: Straordinario abbinato alla polenta, ai funghi e a vini rossi importanti. Ideale da servire in abbinamento a mostarda vicentina, balsamico, miele, marmellate e confetture di qualità.
 
j. Formaggio Monte Faldo Stravecchio
Le caratteristiche microbiologiche sono molti simili al vecchio, ma qui si raggiunge la perfezione: presenta una pasta molto dura e granulosa, di colore paglierino, con occhiatura abbastanza piccola. Il sapore è intenso, avvolgente, penetrante.
Le forme sono di circa 8-11 kg e hanno una stagionatura che va oltre 18 mesi.
Consigli in cucina: Questo formaggio è un’autentica e rara “perla” per i buongustai, soprattutto se l’affinamento si protrae per oltre due anni donando al formaggio un sapore unico. Nella tradizione si è tramandata la definizione “doppio uso”, in quanto ideale sia da mangiare che da grattugiare. Si presta a sostituire il Grana nelle preparazioni a cui si vuol dare molto più tono e personalità, una nota rustica e invitante, specialmente se grattugiato a pezzatura più grossa.
 
k. El formajeto
Una forma di formaggio in miniatura, della pezzatura di 1,5 kg, disponibile in tutte le stagionature: il sapore è dolce e delicato, ottimo fin dai primi giorni di vita del prodotto e sempre più interessante con l’aumentare della stagionatura.
Consigli in cucina: La dimensione ridotta consente al consumatore il piacere di portare in tavola una forma intera, per la famiglia o per fare un figurone in una cena tra amici. Perfetto anche per la confezione di pacchi regalo gastronomici.
 
l. Formaggio del contrabbandiere
Un eccezionale esempio di arte casearia artigianale. Si presenta come una forma dall’aspetto rustico e originale: non appena viene estratta, la porzione di cagliata viene fasciata all’interno di una tela ruvida e durante l’asciugatura assume dei caratteristici tratti irregolari.
Il nome ricorda il triste periodo del “contrabàndo”, quando durante l’ultima guerra la popolazione era costretta a scavare delle cavità sotterranee o ricorreva a grotte e vecchie miniere per nascondere formaggi, salumi e farina. Solo così poteva salvare qualcosa dalle razzie tanto degli occupanti tedeschi quanto dei partigiani.
Disponibile in forme da 1,5 kg a 3 kg ed in varie stagionature.
 
m. El filon
Formaggio Monte Faldo, di stagionatura variabile, dalla forma squadrata e allungata. Questa particolare sagomatura lo rende ideale da affettare e quindi perfetto per l’utilizzo nelle sagre e nella ristorazione.
 
n. Formajo verde
Formaggio erborinato a pasta molle, di colore bianco paglierino, dal gusto deciso e con un leggero accenno di piccante. Gli “erborinati”, noti in Veneto come “formajo verde”, sono quei formaggi che, all’interno della pasta, presentano colonie di muffe che si palesano sotto forma di venature. Il più famoso di certo è il gorgonzola. Viene prodotto nel formato da 2,5 kg.
Consigli in cucina: Si sposa perfettamente alla frutta secca, ad esempio con le noci per un veloce antipasto. Per chi apprezza il suo gusto deciso è un ottimo condimento per gnocchi e risotti, ma anche un interessante ingrediente per sperimentare preparazioni più ricercate.
 
o. Ricotta e Fioretta
La ricotta e la fioretta Monte Faldo presentano particolare freschezza e una acidità delicata, piacevole, con aroma di latte bollito e spezie. Si presenta con una consistenza leggermente granulosa e soffice.
Loro caratteristica è l’assoluta assenza di panna, ingrediente spesso aggiunto alle ricotte commerciali per correggerne sapore e cremosità. Oltretutto il siero del latte viene ulteriormente scremato prima di avviare la produzione di ricotta. Questo processo rende la ricotta e la fioretta Monte Faldo un alimento particolarmente leggero.
La ricotta e la fioretta non sono un formaggi ma un prodotto ottenuti dalla “ricottura” del siero di latte dopo l’estrazione della cagliata, ad una temperatura di 90-92° C. Questo processo porta alla coagulazione dell’albumina. Il primo affioramento coagulato viene estratto senza sgocciolarlo per averne “fioretta”, la restante massa affiorata viene estratta e messa a sgocciolare in recipienti perforati per averne “ricotta”.
Consigli in cucina: la ricotta rientra nella preparazione di molteplici ricette, la fioretta è l’ingrediente fondamentale degli “gnocchi di fioretta”.
 
p. Burro
Il burro di Nogarole viene prodotto solo ed esclusivamente dalla panna di siero ottenuta dopo l’estrazione della cagliata, che viene lavorata senza pastorizzazione: deriva quindi dalla lavorazione del latte crudo.
Una volta ottenuta la panna, questa può essere raccolta in bidoni e stoccata in cella frigo a +4°, fino a raggiungere la quantità necessaria.
La panna viene introdotto nella zangola per essere burrificata: l’impiego della zangola è un importante elemento legato alla tradizione.
Una volta ottenuto il burro, questo viene estratto direttamente dalla zangola e introdotto nella panettatrice per darle la forma idonea al confezionamento in panetti da 200 o 500 gr. Successivamente il burro ottenuto può essere commercializzato.
In genere si presenta di colore più pallido d’inverno e di giallo più intenso d’estate, per l’aggiunta del foraggio fresco nell’alimentazione delle vacche. Consigli in cucina: Gustoso e gradevole, è il condimento principe dei piatti tradizionali del nord Italia. Perfetto in qualsiasi preparazione di pasticceria, eccezionale a crudo spalmato su semplice pane e marmellata o pane e alici.

 

Il Biscotto Maraneo

In passato la pasticceria era attività orientata alle tavole nobili, se non altro per necessità di ingredienti, – farina bianca, uova, burro, zucchero, – fuori dalla portata dei meno abbienti. Non mancano, tuttavia, ricette che dimostrano come si poteva far di necessità virtù. Uno degli espedienti in tal senso consisteva nell’usare farine miste, nobilitando la plebea farina gialla da polenta con quel tanto che bastava di farina da pane bianco e da torte. Nascono così, tra l’altro, certi biscotti casarecci che fin dal nome, ‘zaleti’, rivelano la prevalente composizione del loro impasto. Quando un’idea è buona, però, fa presto a scalare i gradini della società ed è così che gli ‘zalèti’ entrano ne repertorio dalla pasticceria veneziana: ne risultano dei frollini, inconfondibili anche per la forma a losanga, che contrappongono la grana rustica della farina gialla alla dolcezza del burro con il tocco in più dell’uvetta sultanina e dello zucchero a velo. Gli ‘zaleti’ diventano così classici biscotti da credenza da tirar fuori alla prima buona occasione: in inverno, proponendo una cioccolata in tazza; in estate, con un calice di vino passito a temperatura di cantina. La ricetta ha molte varianti, perché questi biscotti sono ritornati in terra ferma di pari passo agli eserciti veneziani, diventando specialità di ogni città veneta. Uno degli accorgimenti più condivisi è il rinvenimento dell’uvetta sultanina nella grappa; tra le aggiunte aromatiche, scorza di limone ed essenza di vaniglia; in aggiunta o in alternativa all’uvetta, pinoli o giuggiole. Fatta questa debita premessa, si viene al caso di Vicenza, che vanta tra le sue tipicità agroalimentari un mais da polenta senza uguali, il Maranello, cosiddetto perché selezionato nella prima metà del Novecento in quel di Marano Vicentino, non distante da Schio. Ecco dunque che cos’hanno di particolare gli ‘zaleti’ prodotti a Costabissara, sull’esempio della Loison, azienda dolciaria fondata nel 1938, oggi assurta a fama internazionale, che per prima ha recuperato questo ingrediente a suo modo esclusivo e coniato un nome ad hoc, ‘maranei’, che ne segnali esplicitamente l’eccezionalità.

Oggi la giornata conclusiva del Salone delle identità territoriali in fiera Genova

Si conclude oggi il lungo weekend all'insegna del buon cibo, dell'artigianato e della cultura con la prima edizione del Salone delle Identità Territoriali – Scpri & Gusta, il nuovo appuntamento, a ingresso gratuito, dedicato alla valorizzazione dei prodotti e delle eccellenze dei territori in programma alla Fiera di Genova.

Nello spazio dedicato al vicentino è possibile trovare il broccolo fiolaro di Creazzo, una varietà di broccolo coltivata nel periodo invernale esclusivamente sulle colline nei pressi di Vicenza. La sua coltivazione, dopo essere stata apprezzata persino da Goethe durante il suo viaggio in Italia, era praticamente abbandonata nel secolo scorso. Oggi si è riaffacciata prepotentemente grazie alla sua grande versatilità – gratinato, lessato o nel risotto – e a una coltivazione che si basa ancora oggi su metodi tradizionali, tramandati da generazioni, e sul rifiuto di utilizzare sostanze chimiche: una scelta che ha permesso di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche, sapore e colore. Grazie al suo basso contenuto di ossalati il calcio contenuto nel broccolo di fiolaro viene assorbito al 60% ed è adatto alle persone che soffrono di ipertensione grazie all'apporto di potassio. E come tutti i broccoli, come testimoniamo le ricerche mediche della John Hopkins University, la presenza di sulforafane, una proteina dello zolfo, assicura proprietà anti-tumorali.

Dopo la sua riscoperta, grazie anche allo chef vicentino Carlo Cracco, tutti gli anni Creazzo gli dedica una sagra e ora il broccolo di fiolaro è anche nell'orto della Casa Bianca, voluto dalla first lady Michelle Obama.

Di riscoperta in riscoperta oggi Confagricoltura Liguria ha presentato a Sit la zucca spaghetti. A spiegarne le qualità è stato l'unico produttore ligure, Alessandro Cataldi di Calizzano in val Bormida. E' una pianta che richiede cure particolari e che dopo un periodo di abbandono oggi torna alla ribalta. La consistenza interna è quella degli spaghetti e si presta quindi, dopo essere stata lessata o cotta al forno, a essere condita con salse a piacere, come un vero piatto di pasta con il pregio di essere povera di carboidrati. Il consiglio dell'esperto per i gourmand: al forno con pancetta affumicata e gorgonzola o caciocavallo. Il prezzo va da 1,5 a 2 Euro al chilo.

La giornata odierna è caratterizzata anche da un fittissimo calendario di incontri, dimostrazioni, show coking, laboratori e seminari contraddistinguerà la giornata di Programma eventi-food edutainment:

alle 11.00 degustazione guidata di vini liguri d'eccellenza. A cura di FISAR (Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori)

alle 12.00 l'Officina dei Sapori propone Gli Archeosapori, la resentazione degli archeosapori (cagliate, cavoli e castagne) e del volume Il cibo in Liguria dalla preistoria all'età romana di Umberto Curti. A cura del Comune di Montoggio.

Alle 13 gemellaggio De.C.O. Vicenza-Reggio Calabria: il riso di Marano sposa le prugne secche di Sappo Minulio. Presentazione e degustazione gratuita presso l'area Food Experience al banco di Vicenza E'.

 

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Tutto esaurito al Salone delle Identità Territoriali

Assalto alla Fiera! E' il titolo dei giornali liguri a conclusione del I Salone delle Identità Territoriali – expodeco 2012 di Genova. Tanti acquisti, tanta curiosità e tanti assaggi sono stati al formula di questo successo dove la provincia di Vicenza ancora una volta si è dimostrata molto attiva. La partecipazione infatti è stata massiccia di numerosi Comuni del vicentino che hanno meravigliato, con invitanti e appetitosi assaggini a base di prodotti De.Co., le migliaia di visitatori. In mostra ed in degustazione numerosi prodotti e piatti De.Co., dal broccolo fiolaro alla patata di Selva, dal radicchio di Asigliano al Mais Marano, dai Piselli di Lumignano al riso di Grumolo, dalla sopressa di Valli al formaggio di Altissimo, insomma un tripudio di colori e sapori. Durante la tre giorni si sono svolti numerosi convegni e conferenze ai quali la nostra provincia è stata presente. Infatti Vicenza è stata scelta quale "case history" per raccontare la propria esperienza. astuni_massobrio_rota

Il noto giornalista enogastronomo Paolo Massobrio, moderatore degli incontri, dopo aver fatto il punto sulle De.Co. con Roberto De Donno, esperto in marketing territoriale e con Gian Arturo Rota, giornalista e collaboratore di Veronelli, che hanno riportato "il modello Vicenza" come modello esemplare da seguire, ha voluto sapere di più sulla MAGNIFICA CONFRATERNITA DEI PRODOTTI DE.CO.. Il presidente del sodalizio, Roberto Astuni, ha spiegato sia la filosofia che accomuna i ristoratori che aderiscono, sia quanto importante è stato l'accordo stretto la scorsa primavera con le ProLoco vicentine che hanno accolto di buon grado la possibilità di collaborare con i ristoratori durante le loro manifestazioni. Gli amministratori dei Comuni liguri presenti al Convegno hanno manifestato l'intenzione di "copiare" il modello Vicenza ritenendolo importante e molto strategico per la crescita di un turismo sempre più di grande interesse e assolutamente vitale visti i particolari momenti di crisi.

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3° FESTA CINCIONELA CO LA RAVA

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17-18 novembre 2012 al PALATENDA riscaldato - Piazza Papa Giovanni Paolo II

manifestazione organizzata dalla PROLOCO di Chiampo in collaborazione con la Città di Chiampo

SABATO 17 NOVEMBRE 2012

Dalle 18.00 in poi Apertura Stand Gastronomici

Dalle 21.00 alle 24.00 - Musica con gli EVERGREEN 60 (ingresso libero)

DOMENICA 18 NOVEMBRE 2012

Dalle Ore 9.00 in poi per tutta la giornata - Apertura Stand Gastronomici con: cincionela co'la rava, riso al tastatale e tante altre delizie nostrane

Ore 10.30 - Partenza Rally "Memorial Mariano Dal Grande"

Dalle ore 21.00 alle ore 22.00 - Premiazioni Rally

I Produttori De.Co. della "Cincionela co'la rava"

Macelleria Chiarello Guglielmo tel. 0444-623428

Macelleria Ghiotto Felice tel. 0444-623315

Macelleria Raniero Angelo e Paolo tel. 0444-623082

Macelleria Raniero Giovanni tel. 0444-624874

NOVITA' 2012

I Ristoratori di Chiampo proporranno per tutto il mese di novembre un Menù Speciale a base di "CINCIONELA co'la RAVA"

Locali aderenti

AL PELLEGRINO tel. 0444-623542

ANTICA TRATTORIA DA RONCO tel. 0444-623362

TRATTORIA AL PONTE tel. 0444-623067

CHEOPE tel. 0444-421088

RISTORANTE DAL FRANCESE tel. 0444-623394

AL TORCIO tel. 0444-624665

SNOOPY BAR S.N.C. tel. 0444-623427

RISTORANTE LA PIEVE tel. 0444-625597

Informazioni www.comune.chiampo.vi.it

La locandina dell'evento QUI