Sponsor truffati da falsi promoter che convinti di aiutare la Pro loco hanno pagato per depliant fasulli Venduti anche prodotti taroccati
La festa del broccolo si svolgerà dal 10 al 20 gennaio. ARCHIVIO
Falsi promoter alla ricerca di sponsor per la sagra e broccolo fiolaro taroccato. È allarme a Creazzo, dove la Pro loco e la neonata cooperativa di produttori De.Co. sono scesi sul piede di guerra, alla vigilia della 14° edizione della tradizionale festa che si svolgerà dal 10 al 20 gennaio, per tutelare da truffe il prodotto tipico per eccellenza del territorio e per impedire contraffazioni del marchio.
Già più di un mese fa sui banchi di fruttivendoli e in alcune aziende agricole sono apparsi foglie e germogli spacciati come broccoli fiolari De.Co.; prima ancora dell´arrivo delle gelate che rendono più saporita questa prelibatezza invernale la cui produzione è confinata in una piccola area del territorio creatino.
Addirittura, c´è chi, ingolosito dall´appetibile rarissima verdura, coltivata anche nell´orto della Casa Bianca americana, ha fatto il giro del paese vendendo pubblicità fasulla su fantomatici depliant non autorizzati con il programma della tradizionale festa del broccolo fiolaro di gennaio.
«A preoccuparci - spiega Beatrice Girardello, presidente della Pro loco - è il fatto che alcune aziende agricole trasmettano al pubblico informazioni errate e fuorvianti su un prodotto che è del nostro territorio, conosciuto e apprezzato, vendendo broccoli privi del marchio di qualità facendo credere che siano quelle originali». Aggiunge: «Girano in paese anche alcuni falsi promoter che contattano sponsor per raccogliere pubblicità da inserire in depliant non autorizzati della sagra».
Aggiunge Andrea Farneda, presidente della cooperativa di produttori De.Co: «Il broccolo fiolaro è una qualità di pianta che tutti possono coltivare, ma è giusto informare i clienti sulla differenza tra un prodotto De.Co. e uno che non lo è. Purtroppo si sta facendo strada un tipo di broccolo fiolaro che proviene da coltivazioni non idonee alla formazione delle sue pregiate caratteristiche e che quindi non può rientrare nell´etichetta d´origine. Contrariamente alle regole di corretta coltivazione, queste aziende raccolgono il broccolo prima delle gelate e la pianta, che per questo non riesce a rilasciare acqua facendo depositare i sali che gli conferiscono il suo tipico gusto, pesa di più e il prezzo lievita».
Già più di un mese fa sui banchi di fruttivendoli e in alcune aziende agricole sono apparsi foglie e germogli spacciati come broccoli fiolari De.Co.; prima ancora dell´arrivo delle gelate che rendono più saporita questa prelibatezza invernale la cui produzione è confinata in una piccola area del territorio creatino.
Addirittura, c´è chi, ingolosito dall´appetibile rarissima verdura, coltivata anche nell´orto della Casa Bianca americana, ha fatto il giro del paese vendendo pubblicità fasulla su fantomatici depliant non autorizzati con il programma della tradizionale festa del broccolo fiolaro di gennaio.
«A preoccuparci - spiega Beatrice Girardello, presidente della Pro loco - è il fatto che alcune aziende agricole trasmettano al pubblico informazioni errate e fuorvianti su un prodotto che è del nostro territorio, conosciuto e apprezzato, vendendo broccoli privi del marchio di qualità facendo credere che siano quelle originali». Aggiunge: «Girano in paese anche alcuni falsi promoter che contattano sponsor per raccogliere pubblicità da inserire in depliant non autorizzati della sagra».
Aggiunge Andrea Farneda, presidente della cooperativa di produttori De.Co: «Il broccolo fiolaro è una qualità di pianta che tutti possono coltivare, ma è giusto informare i clienti sulla differenza tra un prodotto De.Co. e uno che non lo è. Purtroppo si sta facendo strada un tipo di broccolo fiolaro che proviene da coltivazioni non idonee alla formazione delle sue pregiate caratteristiche e che quindi non può rientrare nell´etichetta d´origine. Contrariamente alle regole di corretta coltivazione, queste aziende raccolgono il broccolo prima delle gelate e la pianta, che per questo non riesce a rilasciare acqua facendo depositare i sali che gli conferiscono il suo tipico gusto, pesa di più e il prezzo lievita».
Cinzia Ceriani
@ Il giornale di Vicenza 9 dicembre 2012