IL GIORNALE DI VICENZA
Giovedì 04 Ottobre 2007
Il fico di Creazzo “de la resta” ora è tutelato
Sul finire dell’estate fioriscono e maturano dei fichi dalla buccia sottile, non molto grandi e di colore verde che, a completo sviluppo, secernono una limpida goccia di dolce succo. Questa varietà, molto diffusa sul territorio vicentino, è chiamata nel linguaggio popolare “fico de la resta”.
La “resta”, in dialetto è la spiga del grano che, maturandosi si apre per lasciare uscire i chicchi. Per quanto riguarda i fichi, molte sono le interpretazioni su tale denominazione e quella che va per la maggiore fa derivare il nome dal fatto che tale varietà, arrivata a maturazione tenda a creparsi, ad aprirsi, proprio come una spiga. Fra non molto, però, non ci sarà più nessun dubbio sul loro nome poiché i fichi di questo tipo saranno chiamati “fichi di Creazzo”. “Come il broccolo fiolaro, questo prodotto delle nostre colline - spiega il sindaco di Creazzo Gervasio Cortiana - merita una valorizzazione e un’adeguata promozione”.
Già da quest’anno infatti, l’amministrazione comunale, sotto l’attenta guida dell’assessore Mariateresa Pizzolato ha dato vita alla prima Festa del fico di Creazzo, che si prefigge di celebrare, praticamente in tempo reale, la raccolta dei fichi che sarebbe fissata per la prima settimana di settembre, andando quasi a coincidere con la festa della patrona di Vicenza, la Madonna di Monte Berico, che si onora l’8 settembre. “La stagione calda quest’anno ha anticipato il raccolto - prosegue Cortiana - ma le usanze sono state comunque rispettate in nome di antiche tradizioni contadine, secondo le quali da Creazzo e dintorni, gli agricoltori della zona portavano a Vicenza i frutti del proprio brolo per offrirli al mercato che si teneva in Campo Marzio e presso il quale molti pellegrini acquistavano i fichi per sfamarsi dopo la salita al colle”.
Il ritorno alla coltivazione di questo frutto è un ritorno alla cura delle specie arboree autoctone che hanno germogliato da sempre in questa zona: “Abbiamo inserito anche il “fico di Creazzo” - commenta l’assessore Pizzolato - nella lista dei prodotti a denominazione comunale, i cosiddetti De.c.o., in modo da tutelarne le specifiche e quanto mai caratteristiche peculiarità”.
Peculiarità rappresentate anche dalla disposizione di questi frutti a diventare degli ottimi fichi secchi, una volta che il sole e l’aria ne abbiano completata la maturazione. Ora il “fico di Creazzo” sta trovando una nuova via anche grazie al Gruppo Coltivatori “Terre di Creazzo”, formato da sei aziende agricole che hanno deciso di investire nella coltivazione e rivalutazione dei prodotti tipici della zona, ad iniziare dal broccolo fiolaro - che durante la sagra dedicata porta in paese 4 - 500 persone ogni sera - a finire con l’olio d’oliva passando, appunto, per i fichi. “Tra gli accostamenti più indovinati - prosegue il sindaco - oltre al classico abbinamento con il prosciutto crudo, il fico di Creazzo regge bene il confronto anche con la carne di maiale e persino con la pasta, in nome di un sapore e di una dolcezza veramente unici.”