IL GIORNALE DI VICENZA
Sabato 25 Settembre 2010
Il fico “de la resta” di Creazzo sposa la faraona.
Sulle colline del Comune della cintura urbana cresce una particolare varietà di fico, detto appunto “de la resta”, che è l'ultimo a maturare. Ha il frutto più piccolo di quello che si è abituati a trovare in commercio, ma la polpa è più soda e dolce. Un prodotto che, a detta di uno dei suoi mentori, Graziano Cortese, titolare del ristorante-pizzeria “Bellavista”, «cresce così buono solo a Creazzo». Il motivo? Sta nel particolare terreno della collina, dalla composizione sabbiosa, limosa e calcarea, e dalla regolare esposizione al sole, tutti fattori che creano il microclima ideale, anche se la produzione è molto ridotta. «Ogni anno - spiega Cortese - vengono prodotti ! tra i 7 e i 10 quintali di fichi, anche se è difficile stabilirlo con precisione, perché è una coltivazione di tipo familiare. Si tratta di un prodotto di nicchia, con poca quantità ma ha molta qualità».
Queste caratteristiche del frutto di Creazzo hanno spinto il cuoco a elaborare la ricetta della faraona disossata con ripieno di carni bianche e “fico de la resta”. Il piatto, però, si trova in menu solo in un periodo molto limitato dell'anno, perché Cortese, creatino doc, la realizza con soli frutti autoctoni: «La cuciniamo solo in agosto e settembre – sottolinea - quando ci sono i fichi “de la resta”. Dopo potremmo proseguire con altri tipi, che si trovano anche più avanti, ma non è la stessa cosa, perché il nostro è particolare, più piccolo e dolce e ha una polpa più soda e cremosa ideale per il ripieno».
Il “fico de la resta” di Creazzo ha imboccato la strada della “Deco”, approvata invece per un altr! o prodotto della collina ben più noto nel Vicentino: il broccolo fiolaro. L'ortaggio, che vanta una produzione di almeno 150 quintali l'anno, è stato recuperato nel tempo ed ora è protagonista di una sagra frequentatissima, oltre che oggetto di innumerevoli ricette, molte elaborate da Cortese, dalla pizza alla grappa al pesto.