Altro che "Vicentini magnagati"!
La tradizione culinaria e gastronomica del territorio vicentino nulla ha a che vedere con un appellativo che risale a un passato ormai lontano e che non rende giustizia alle prelibatezze che si possono assaporare soffermandosi nelle diverse località della provincia.
Seguendo un ipotetico itinerario, un breve excursus delle buone tavole del vicentino, si può focalizzare l´attenzione sulle produzioni alimentari di particolare pregio e qualità che caratterizzano le singole località.
A farla da padrona, nella cintura urbana di Vicenza, sono il pregiato riso di Grumolo delle Abbadesse, i rinomati piselli di Lumignano e il gustoso broccolo fiolaro di Creazzo. Ma ci sono anche altri sapori da non perdere, attraversando le immediate vicinanze del capoluogo.
Montecchio Maggiore, ad esempio, è nota ai buongustai per la deliziosa mostarda locale, uno dei prodotti più schiettamente vicentini, ricavata dalla mela cotogna. Di solito è accompagnata al bollito o al mascarpone, ma non mancano accostamenti sfiziosi con il pandoro e la panna montata.
Un altro intramontabile piatto della tradizione vicentina è la trippa, la cui riscoperta viene proposta dalla Confraternita della Trippa alla Vicentina, che propone diverse varianti, oltre alla classica versione con il pomodoro, come zuppe o risotti. Il momento clou è a Brendola, con la manifestazione "Intrippiamoci".
Una tappa merita la frazione di Cresole di Caldogno, dove si tiene la Festa della trota. Un sapore semplice del passato, di recente riscoperto dagli appassionati, che vorrebbero elevare la trota di Cresole al rango di prodotto de.co.
Nella vicina Dueville i principi della tavola sono gli spaghi, fagiolini di notevole lunghezza, ottimi lessati o saltati in padella, mentre non ha nulla da invidiare alla carota arancione la carota bianca di Monticello Conte Otto. Ottima lessata, la carota bianca è nutriente e ricca di minerali.
Fonte Il Giornale di Vicenza, 5 febbraio 2012