Notizie dai Comuni De.Co. vicentini

Se dico Deco?

A volte è semplicemente una questione di tempismo. Il primo che va su internet e registra www.comunideco.it ha vinto. Suo il dominio e suo il risultato delle ricerche che migliaia (milioni?) di utenti faranno su Google quando vorranno sapere qualcosa in più su queste quattro lettere, De.Co., che stanno semplicemente per Denominazioni Comunali.
Una volta tanto i più veloci siamo stati noi. Ovvero la Provincia di Vicenza, che ha creato questo sito per promuovere le denominazioni di 17 comuni vicentini. Non male, considerando che in Italia sono già oltre 500 i comuni che hanno adottato questa formula.
Ma cos'è una De.Co.? È, sostanzialmente, uno strumento di marketing territoriale. Una denominazione relativa a prodotti della terra, o prodotti agroalimentari trasformati, che un comune adotta attraverso l'approvazione di un disciplinare che ne fissa caratteristiche e requisiti. Un marchio prettamente locale, a disposizione delle amministrazioni comunali e delle aziende della filiera alimentare per valorizzare le proprie produzioni. Ma al tempo stesso anche grande rete in grado di promuovere i comuni aderenti.
Un'idea del grande e compianto Gino Veronelli, sbarcata in provincia il 18 febbraio del 2004, quando lo stesso scrittore-degustatore propose il progetto a Creazzo, raccogliendo da subito l'interesse dei comuni di Recoaro Terme, Marano Vicentino, Asigliano, Grumolo delle Abbadesse, Villaverla e della stessa amministrazione creatina. E nelle De.Co. in cui crede fermamente la Provincia di Vicenza, come ribadito dal Vice Presidente Dino Secco nel corso della conferenza stampa di presentazione del sito. I prodotti del territorio, quindi, come volano del turismo, perché le De.Co. vogliono valorizzare quei prodotti di nicchia che non possono essere ampiamente commercializzati e quindi inducono gli appassionati ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione.
La filosofia sottesa non è molto lontana dal concetto del “km 0”. Al pari di questa fortunata formula, mira a far viaggiare i consumatori per far degustare i prodotti agroalimentari sui territori, piuttosto che mettere su strada le merci. In questo modo si intende salvaguardare le piccole produzioni di nicchia rispetto alle grandi produzioni industriali: tradizioni agricole e gastronomiche a concreto rischio di estinzione, ma che meritano attenzione e tutela a difesa del patrimonio storico e della biodiversità naturale.
Un tema caro anche al Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, a cui si deve una rinnovata attenzione a questo istituto, e che ha inviato un suo messaggio alla presentazione del progetto della Provincia.
Il prossimo passo sarà quello di dare impulso alla commercializzazione dei prodotti De.Co., come ha spiegato Vladimiro Riva, direttore del Consorzio Vicenza È. Il sito infatti, verrà completato con i recapiti delle aziende agricole, dei rivenditori o dei ristoranti dove si possono acquistare o gustare i prodotti De.Co. vicentini. Buon lavoro dunque.

pubblicato da Michele Bertuzzo in Comunicazione, MKTG, Prodotti tipici, Territorio, STUDIO CRU 

Incontro De.Co. vicentine

Incontro operativo sulle Denominazioni Comunali vicentine tra Comuni, Produttori e Ristoratori

incontro_de.co

 

Sono 17 i Comuni Vicentini che hanno adottato una delibera, o ne stanno perfezionando l’iter, della denominazione comunale (de.co.), fra gli oltre 500 comuni che hanno deliberato in tutta Italia.

Il 18 febbraio 2004, quando Gino Veronelli, ideatore delle de.co., è venuto a Creazzo a illustrare il suo progetto, avevano già deliberato il Comune di Recoaro Terme, il primo, Creazzo e Marano Vicentino, mentre Asigliano, Grumolo delle Abbadesse e Villaverla avevano manifestato in quella sede il loro interesse.

La tutela e la valorizzazione della produzione tipica agricola, dei prodotti trasformati, dei piatti tipici e anche delle opere dell’artigianato artistico possono tutti essere oggetto di denominazione comunale e i Comuni che delibereranno le de.co. realizzeranno un significativo strumento per il loro marketing territoriale.

“La promozione del territorio – afferma Dino Secco VicePresidente della Provincia e responsabile di Vicenza è – aiuta anche dal punto di vista del turismo perché le de.co. vogliono valorizzare quei prodotti di nicchia che non possono essere ampiamente commercializzati e quindi inducono gli appassionati ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione. Per questo come Provincia intendiamo coordinare quanto Vicenza è ha fatto in questi anni promuovendo presso i Comuni l’adozione di una delibera de.co., offendo servizi a costo zero.”

Mercoledì 22 luglio c’è stata la presentazione di una pubblicazione, di una mappa e soprattutto del nuovo portale internet www.comunideco.it dove vengono presentati i prodotti a denominazione comunale: Altissimo con il formaggio e la trota, Asigliano Veneto con il radicchio rosso, Creazzo con il broccolo fiolaro e i fichi, Grumolo delle Abbadesse con il radicchio e il riso, Laghi con gli ortaggi, Longare con i piselli di Lumignano, Lusiana con le mele e pere e la carne secca, Marano Vicentino con il mais, Montecchio Maggiore con la mostarda, Monticello Conte Otto con la carota bianca, Montorso Vicentino con le composte, Posina con la patata posenata e i fagioli, Recoaro Terme con le acque minerali e gli gnocchi con la fioretta, Rotzo con le patate, Tonezza del Cimone con la patona, Torri di Quartesolo con l’asparago di Marola, Villaverla con il formaggio Verlata e il vino clinto. Il sito sarà integrato dai dati di produttori, trasformatori e ristoratori che nei vari comuni proporranno i prodotti de.co.

Del tema delle de.co. si sta interessando proficuamente il Ministro delle politiche agricole Luca Zaia, che ha inviato un suo messaggio di attenzione per il problema e lo stesso VicePresidente della Regione veneto, nonché Assessore all’agricoltura e al turismo, Franco Manzato che ha inviato un messaggio di saluto, non potendo intervenire personalmente.

Vicenza è sta anche lavorando ad un’ipotesi di consorzio dei Comuni de.co. per Expo 2015 di Milano, sul tema “Che cosa significa nutrire il pianeta?”. Si tratta di uno straordinario evento che vuole dare visibilità anche alla tradizione alimentare, valorizzando i prodotti come quelli de.co., come significativi elementi di una cultura e dell’identità di un popolo.

I prodotti Deco guardano all’Expo 2015 e ad una ripresa dell’iter di legge

IL GIORNALE DI VICENZA

Giovedì 23 Luglio 2009

I prodotti Deco guardano all’Expo 2015 e ad una ripresa dell’iter di legge

Sono due delle novità portate ieri mattina da Dino Secco e Vladimiro Riva, rispettivamente presidente e consigliere delegato del Consorzio “Vicenza è”, ai sindaci dei comuni interessati alla Denominazione comunale d’origine, la certificazione che si propone di legare i prodotti al comune di provenienza e che riguarda, oltre ai prodotti della terra, anche quelli trasformati, i piatti tipici e l’artigianato artistico.
A Vicenza sono già 17 i Comuni che hanno adottato questa certificazione o lo stanno facendo e molti altri ne avrebbero le caratteristiche, ma uno dei problemi è proprio il riconoscimento per legge.
«Tempo fa - spiega Riva - era stata avviata una raccolta firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare, che poi è stata bloccata dal ministero. Ora, però, il ministro Zaia è interessato, e ne abbiamo parlato anche a Conegliano poco tempo fa, quindi si potrebbe riprendere il discorso. Intanto è necessario che i Comuni, che sono i veri protagonisti, adottino le delibere e i disciplinari previsti per mettersi in regola, visto c he finora ci si è mossi in modo dilettantistico».
A sottolineare l’importanza di questa denominazione è Secco: «In questo modo - afferma - si promuove il territorio, anche da un punto di vista turistico, valorizzando quei prodotti di nicchia che non possono essere ampiamente commercializzati ma devono essere acquistati in loco».
“Vicenza è” guarda anche all’Expo 2015. «Stiamo cercando di formare un consorzio con i Comuni Deco - spiega Riva - che in Italia sono 500, per poter essere presenti a Milano, visto che la manifestazione è intitolata “Che cosa significa nu! trire il pianeta?”. Per promuovere i prodotti sarà poi riproposta la mappa delle Deco ormai esaurita ed è stato creato il sito www.comunideco.it, dove voglio inserire anche gli indirizzi dei produttori, perché abbiamo numerose richieste di vendita».
Infine una buona notizia è arrivata sul piano dei fondii: «Sono appena stati approvati i Piani di sviluppo locale - conclude il consigliere - che destinano 5 milioni di euro al Gal Terra Berica e 8 alla Montagna vicentina. Se saranno proposte iniziative serie non vedo difficoltà a farle approvare».

Protagonista la trota di Altissimo

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 19 Luglio 2009

DOMANI IN TV

Protagonista la trota di Altissimo

Dopo la carota bianca di Monticello C. Otto, proposta da Giarcarlo Rizzi dell’omonimo ristorante di Cavazzale, ora è la volta di altri due prodotti a denominazione comunale (de.co.) ad andare su TeleCampione e su Sky 833, nell’ambito dei 14 servizi curati per Vicenza da Anna Maria Consolaro.
Domani alle 21.10 sarà il momento della valorizzazione della trota de.co. di Altissimo, con l’intervento dell’ex-sindaco Liliana Monchelato; mentre lunedì 27 toccherà agli ortaggi de.co. di Laghi, con l’intervista alla ristoratrice Loredana Sella.

Clinto, inizia una raccolta firme. «Il commercio va legalizzato»

IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 11 Luglio 2009

IL PRODOTTO TIPICO. DA LUNEDÌ AL "MOLIN VECIO” DI CALDOGNO IN OCCASIONE DELLA PREMIAZIONE DEL CONCORSO

Clinto, inizia una raccolta firme
«Il commercio va legalizzato»

Tre ragioni per nuove norme «Coinvolto il ministro Zaia»

Più volte, da queste pagine, s’è parlato del Clinto, della sua storia, della sua recente riscoperta e dell’interesse dei consumatori verso questo vino-non vino di cui la legislazione attuale consente il consumo, ma non la vendita. Il mancato raggiungimento del minimo alcolico previsto e la sua caratteristica di “ibrido produttore diretto” fa sì, infatti, che esso possa essere utilizzato solo da chi lo produce.

Ma sta di fatto che, da qualche tempo, verso questa bevanda si sta anche concentrando l’interesse di ristoratori, pasticceri e gelatai. Sergio Boschetto, del “Molin Vecio” di Caldogno, propone nei suoi menu pietanze insaporite al Clinto; il formaggio Verlata è una sorta di “imbriago” ad hoc; dolci tipici come il bussolà o i sùgoli, per non parlare del “Quareo delle Risorgive” della pasticceria Ferrari di Villaverla, sono imbevuti nel Clinto, che dà interessanti esiti anche su coni e coppette.

Sarà per il grado alcolico non elevato, per la facile beva o perché questo prodotto è parte della nostra storia, sta di fatto che l’esercito dei clintoniani (intesi non come fan dell’ex presidente USA, of course), conta una sessantina di produttori e un movimento che fa capo alla pro loco di Villaverla, ai “Ristoratori delle risorgive” e alla confraternita del Clinto, ora decisa a passare all’attacco con proposte concrete indirizzate al governo affinché tolga dalle secche della clandestinità il “vino dei contadini”.

Sono tre le strade su cui si stanno muovendo i “clintoniani” per fare sentire la loro voce. La prima iniziativa si concretizzerà in una petizione diretta al ministro dell’agricoltura Luca Zaia, che, da veneto, su un prodotto così dovrebbe essere particolarmente ricettivo.

C’è un motivo in più a sostegno: l’isola portoghese di Madera produce infatti da sempre (e lo commercializza) un equivalente del nostro Clinto. Se la vendita è autorizzata in Portogallo, perché non dovrebbe esserlo anche in Italia?

Il terzo asso da giocare riguarda la teoria secondo la quale bere il Clinto sarebbe poco salutare, a causa di un’alta concentrazione di alcol metilico e di antociani non graditi dall’organismo. Esisterebbe tuttavia uno studio nientemeno che della Sorbona di Parigi, il quale smonta questa teoria.
Se le tre leve su cui fanno affidamento i sostenitori sollevassero adeguatamente il velo sullo status attuale del Clinto, si concretizzerebbe uno sdoganamento che renderebbe felici non solo i consumatori, ma anche molti addetti ai lavori. Basti citare l’enogastronomo, storico della cucina e scrittore Giuseppe Maffioli che già una trentina d’anni or si batteva per la promozione alla categoria “vino” della bevanda-rosso violacea.
Intanto le sottoscrizioni alla petizione pro-Clinto partiranno da lunedì 13 quando, al ristorante Molin Vecio di Caldogno, avverrà la premiazione dei tre migliori produttori, nell’ambito dell’annuale festa del Clinto che si tiene a Villaverla e che è stata rinviata a causa del maltempo.

Expo' 2015 e De.Co.

Proposta per la costituzione di un Consorzio dei prodotti De.Co.


Vladimiro Riva, direttore del Consorzio Vicenza è, parteciperà venerdì 17 luglio ad una tornata degli Stati Generali Expo' 2015, che si terranno a Milano, che verterà sul tema "Che cosa significa nutrire il pianeta?", che prevede interventi di apertura di Carlo Petrini, presidente Slow Food e Paolo Massobrio, presidente Club di Papillon e che sarà condotta dal direttore di Panorama Maurizio Belpietro.
Nel corso della sessione Riva dovrebbe proporre la costituzione di un Consorzio dei prodotti De.Co., cioè a denominazione comunale, perchè l'Expo' 2015 sarà uno straordinario evento a dimensione universale, che darà visibilità sia alla tradizione che all'innovazione nel settore alimentare, con al centro il tema del diritto ad una alimentazione sana, sicura, sufficiente e di qualità, valorizzando le tradizioni alimentari, come le De.Co., quali significativi elementi di cultura.
La proposta del Consorzio dei prodotti De.Co. è condivisa dal Consorzio Vicenza è, che unisce Comuni, Provincia e Camera di commercio sotto la guida di Dino Secco, con i principali studiosi del progetto quali Paolo Massobrio, Roberto De Donno e Arturo Rota, genero dell'inventore delle denominazioni comunali, il compianto Luigi Veronelli.
"Vicenza è sta seguendo con il Ministro Luca Zaia il perfezionamento dell'iter per il definitivo riconoscimento delle denominazioni comunali - afferma Dino Secco - e ha in calendario un incontro mercoledì 22 luglio con i rappresentanti dei Comuni che hanno già adottato la delibera De.Co. e con quelli che hanno dimostrato un primo interesse per concordare le politiche di promozione dei prodotti coinvolti attraverso precisi interventi di marketing territoriale con finalità soprattutto turistiche".

Crespadoro. Promozione dei prodotti tipici. Sì al contributo

IL GIORNALE DI VICENZA

Mercoledì 08 Luglio 2009

CRESPADORO. Stanziati 70 mila euro

Promozione dei prodotti tipici. Sì al contributo

A Crespadoro arrivano 70 mila euro per la promozione e la divulgazione dei prodotti tipici del territorio. Il finanziamento giunge dal Ministero delle Politiche Agricole «per la valorizzazione delle produzioni, la tutela della salute dei consumatori e l’educazione alimentare».
Il Comune di Crespadoro aveva presentato un progetto con la richiesta di concessione di contributo per la realizzazione di un programma di informazione e comunicazione sui prodotti tipici. Molte sono le risorse nel Comune dell’Alta Valle del Chiampo, basti pensare ai “corgnoi”, alle castagne di Durlo, alle trote, al miele, ai tartufi di Marana.
Il programma di informazione finanziato ha come finalità il raggiungimento di un target nazionale, con alcune iniziative che saranno realizzate nel territorio e divulgate tra un pubblico più ampio. Nello specifico le iniziative prevedono l’organizzazione della consueta mostra mercato dei “corgnoi” dell' 8 dicembre, con la premiazione da parte di una giuria dei migliori espositori, spettacoli, intrattenimenti vari e l'apertura del chiosco enogastronomico per le degustazioni. Ci sarà inoltre uno speciale televisivo sui prodotti tipici, mandato in onda su diversi canali della piattaforma satellitare Sky.
Nel pacchetto sarà inserito il marchio De.Co., la creazione di un ufficio stampa e alcune iniziative per l'educazione alimentare. «Abbiamo partecipato al bando con un progetto articolato e corposo - spiega il sindaco Alessandro Mecenero - per un costo complessivo di circa 99.500 euro. Ora svilupperemo il progetto grazie a questi aiuti concreti. Punto di forza sarà la tipizzazione dei prodotti locali, con particolare attenzione al tartufo. Inoltre il progetto presenta una forte valenza pubblicitaria turistica ed educativa».

Le De.Co. beriche raccontate da Sky per 14 lunedì

IL GIORNALE DI VICENZA

Lunedì 29 Giugno 2009

GUSTO IN TV. DA OGGI IN ONDA SUL CANALE 833

Le De.Co. beriche raccontate da Sky per 14 lunedì

I prodotti del Vicentino protagonisti in prima serata

A partire da oggi e tutti i lunedì su TeleCampione e sul canale satellitare Sky 833 andrà in onda verso le 21.10, un programma curato da Anna Maria Girelli Consolaro, che riguarderà 14 prodotti De.Co. (denominazione comunale) della nostra provincia. La realizzazione delle varie puntate è stata resa possibile grazie alla collaborazione del consorzio Vicenza è , dell’agriturismo “La Valletta” e dei ristoranti “L’altro Penacio” e “Molin vecio” assieme ai rappresentanti dei Comuni coinvolti, che hanno presentato prodotti e ricette. “Presenteremo a giorni – afferma il presidente di Vicenza è, Dino Secco – ai nuovi amministratori comunali la nuova mappa dei Comuni De.Co. della nostra Provincia e il portale internet www.comunideco.it realizzato dall’ing. Giorgio Marchetto, che costituiranno, se ben utilizzati, un importante strumento di marketing territoriale per i Comuni”.
La partenza è prevista con la patona di Tonezza e poi, per altri 13 lunedì, il programma prevede la presentazione del clinto e del formaggio Verlata di Villaverla, della carota bianca di Monticello Conte Otto, del mais di Marano, della trota e del formaggio di Altissimo, degli gnocchi con la fioretta di Recoaro, delle p atate e dei fagioli di Laghi, del radicchio rosso di Asigliano, del broccolo fiolaro di Creazzo, del riso di Grumolo delle Abbadesse, delle patate di Rotzo, delle composte di Montorso e della mostarda di Montecchio Maggiore.

 

Quella riseria produce il migliore “vialone nano”

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 02 Novembre 2008

IL PRODOTTO TIPICO. UN RECORD PER LA “RISERIA DELLE ABBADESSE” A GRUMOLO, CHE RIFORNISCE ANCHE NAPOLITANO

Quella riseria produce il migliore “vialone nano”

Il “Gambero”: è il più buono del Paese. Degustazione cieca e medaglia d’oro

«Aspetto sontuoso. Tradizione e bontà superlativa. Imponente, ma composto e rotondo». Detta così sembra una delle meraviglie del mondo. E un po’ lo è diventato il timido riso di Grumolo della “Riseria delle Abbadesse” che ha conquistato i riflettori e ben figurato al “Salone del Gusto” di Torino. Il riso di Grumolo nel numero di ottobre della rivista “Gambero Rosso” si è conquistato la medaglia d’oro per il vialone nano e quella di bronzo per il carnaroli. Il più buono d’Italia, secondo i superesperti del mensile che hanno fatto un assaggio al buio premiando le riserie di qualità del Nord, da Vercelli a Verona, da Mantova a Vicenza.

Paolo e Antonietta Pavan sono i fratelli contitolari dell’azienda dove il prodotto viene lavorato: appartengono come “Rio Moneghina” al poker di produttori che esce sul mercato col marchio “Riseria delle Abbadesse”, insieme con Costantino Barban di Grumolo, Luigi Facchi di Vicenza, Umberto Rossato di Torri. «Una vittoria collettiva» minimizza Paolo Pavan, di cui in realtà il gruppo è giustamente orgoglioso. Cinquanta quintali per ettaro, in un territorio di 130 ettari coltivato a ris o, quello di Grumolo è un riso piccolo per un piccolo miracolo che ha un apice popolare nella sagra di settembre. Coltivato fin dal ’500 nei possedimenti dalle benedettine, quel riso è diventato prodotto di nicchia, apprezzatissimo dai gourmet: «Arriviamo a distribuire qui nel Triveneto, un po’ in Liguria, qualcosa a Roma, ma certo le spese di trasporto incidono molto - spiega Paolo Pavan - Il nostro riso è sulle tavole di qualche grande ristorante, ce lo chiede Cipriani per la sua commercializzazione, lo spediamo regolarmente alla Tenuta di S. Rossore in Toscana, residenza estiva del Presidente della R! epubblica». Il Gambero Rosso ne loda - per il vialone nano - «la stupenda consistenza e il grande sapore, per un signor risotto croccante, cremoso e legato» che lo mettono davanti a prodotti blasonati come il Tenuta Castello di Desana, il Melotti di Isola della Scala e il Cornacchia mantovano. Se ha un pregio, il chicco di vialone nano è quello di gonfiarsi al punto giusto e di sposare bene qualsiasi ingrediente: “bisi”, radicchio, salsiccia.

A sorvegliare prima la semina in aprile, poi i campi allagati e quindi la trebbiatura in settembre c’è ancora Memo, al secolo Adelmo Pegoraro, 89 anni. Gira in bici sugli argini, controlla il livello dell’acqua, e da mezzadro pensionato fa compagnia agli operai della Riseria durante l’essicazione (dura 24 ore), l’immagazzinamento e la lavorazione dal riso grezzo al bianco. In breve ecco sotto vuoto il vialone nano e più in là il carnaroli, che Gambero Rosso definisce «di consistenza vigorosa, e insieme pastosa e vellutata, con ottima tenuta di cottura e grande capacità di interagire con gli altri ingredienti».

Un riso che sa stare al suo posto, «che dà soddisfazione» commenta Antonietta Pavan e anche stacca sui rivali veronesi di Isola della Scala, facendo ridere sotto i baffi (che non ha) Umberto Rossato. Memore delle storiche pilerie i n marmo veronese e pietra berica ancora disseminate in paese, il sindaco Maria Luisa Teso conferma che il riso dei suoi concittadini sta per ottenere il disciplinare della Deco, la Denominazione di origine comunale. Un marchio che si aggiunge al Presidio Slow Food e ai successi recenti. Anche nel prezzo: una media di 3.50- 4 euro a chilo, più bassa rispetto ai “colleghi” esaminati dal Gambero.

A Lumignano s’imbandisce la Sagra dei bisi

IL GIORNALE DI VICENZA di Venerdì 15 Maggio 2009

LONGARE. Da domani fino al 25 maggio

A Lumignano s’imbandisce la Sagra dei bisi

A causa del cattivo tempo la produzione è scarsa

Inizia oggi e terminerà il 25 maggio a Lumignano, frazione di Lonigo, la tradizionalissima “sagra dei bisi”.
La festa comunitaria più importante del piccolo centro sui Berici ovunque conosciuto ancora come “il paese dei bisi” visto il prestigio e la risonanza di un prodotto che un tempo arrivava fin sulle tavole dei dogi della Serenissima.
I piselli di Lumignano oramai non sono più coltivati in modo intensivo come un tempo quando il raccolto riusciva a sistemare i bilanci familiari delle famiglie del paese. Ora è solo un pregiato prodotto di nicchia che finalmente quest’anno otterrà la Docu, il marchio della denominazione comunale e prossimamente verrà commercializzato con apposite confezioni che contraddistingueranno così i tipici piselli di Lumignano.
Purtroppo la stagione 2009 non sarà ricordata come una di quella annate di vacche grasse. A causa del cattivo tempo con le intense piogge invernali, le piante dei piselli, che per tradizione vengono seminati nei primi giorni di dicembre, non hanno potuto radicarsi bene e irrobustirsi.
Pertanto, c’è una sorta di produzione a macchia di leopardo, di livello normale in alcune zone del paese, e molto più scarsa in altre.
Che non sarà una stag ione piena, lo conferma Beppino Capraro, per tradizione il produttore di riferimento anche per gli atri coltivatori del paese, ormai non più di una decina. Tuttavia, se la resa per campo è un po’ ridotta quest’anno, e con un stagione già avanti di almeno una decina di giorni rispetto alla norma, dato che seppur in misura un po’ ridotta, negli ultimi anni si è ripreso la coltura del pisello su un piano più esteso, la necessaria produzione per alimentare la sagra con il suo imponente stand gastronomico e il circuito della ristorazione dell’area berica, è comunque garantita.
La sagr! a che inizia oggi con lo stand gastronomico, le serate musicali, le mostre d’arte e di beneficenza, le prove di scalata del gruppo “El sasso” sulla palestra di roccia, sarà articolata in due lunghi week end e si concluderà lunedì 25 con la 32^ edizione della corsa podistica “El giro de Lumignan”.

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