Notizie dai Comuni De.Co. vicentini

A cena con la mostarda De.Co.

Aperitivo di benvenuto

Cotechino con purè di patate e mostarda delicata

Vellutata di zucca con chenelle di mostarda e amaretti

Risotto con morlaco, carciofi freschi e ristretto di zenzero

Arista di maialino glassata al forno con mostarda di mele cotogne

Tortino di ricotta e mostarda con crema alla vaniglia

Mascarpone con la mostarda

Vini locali

 

Montecchio Maggiore, 22 gennaio 2011

A Conco approvata la DeCo

Ne Il Giornale di Vicenza odierno il Sindaco di Conco, Graziella Stefani:«Vogliamo promuovere il nostro territorio anche negli aspetti gastronomici - spiega il sindaco - e per questo abbiamo approvato la “Denominazione Comunale" per il sedano di Rubbio e il tarassaco, inseriti nel circuito provinciale attraverso pubblicazioni curate dalla Provincia.

28 gennaio 2011


La resurrezione del maiale in 53 ricette. Tutti i salumi e l'identikit dei norcini.

«El mas'cio xe 'na botega». «Del mas'cio non se buta via niente». Proverbi e modi di dire tradizionali entrati nel patrimonio comune, nella memoria collettiva.

Quasi un affettuoso ricordo del maiale, che muore di morte violenta e dopo risorge in squisiti salumi e ricchi piatti. Al maiale, il Consorzio di promozione turistica “Vicenza è” e la Provincia di Vicenza hanno dedicato un libro di 140 pagine, edito da Terra Ferma. Il volume prende in esame la tradizione vicentina legata al maiale: ossia salumi, ricette ma anche norcini, ossia gli specialisti del settore. Li è andati a cercare Carla Urban, che ha compilato un elenco ragionato degli esperti che fanno vivere le antiche tradizioni legate alla macellazione e al confezionamento dei salumi. Il suo è un viaggio che spazia in tutta la provincia, da Mon! teviale a Recoaro, da Sovizzo a Valli del Pasubio.

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Ad Amedeo Sandri, cuoco con la passione di scrivere sin dai tempi de “La Cucina Italiana” con Giuseppe Maffioli, negli anni Settanta, è toccato un altro compito: raccontare la tradizione vicentina legata al maiale. Nel volume sono elencati (e spiegati) i diversi tipi di salumi ricavati dal maiale; sono anche presenti 53 ricette di piatti, nelle splendide fotografie di Cristiano Bulegato, che ne testimoniano, appunto, la resurrezione.
Lo scopo del volume è illustrato da Dino Secco, vicepresidente della Provincia, nella prefazione del libro: legare il turismo ai prodotti di tradizione è una leva che gli enti vogliono usare per migliorare la capacità di attrazione del Vicentino, che vanta molte prelibatezze.

Fonte Il Giornale di Vicenza, 19 gennaio 2011

Mostarda De.Co.: Scatta la caccia alla ricetta inedita

Il prodotto è diventato famoso grazie alla storica ditta Boschetti. Ora verrà creato un marchio coinvolgendo anche i produttori
 Montecchio culla della mostarda che a breve sarà De.Co. Il consiglio comunale ha approvato all'unanimità un regolamento per valorizzare le attività agro-alimentari tradizionali: il primo prodotto a “denominazione comunale" sarà una ricetta inedita della mostarda, peraltro ancora da trovare, che verrà approvata da una commissione.
La specialità gastronomica legherà la sua peculiarità alla città castellana, che ha dato i “natali" al prodotto grazie alla storica ditta Boschetti che mise a punto la ricetta nel 1918. «Con la De.Co. possiamo collegare il territorio ad una specifica produzione - ha detto Leonardo Peotta, assessore alle manifestazioni - è un marchio di qualità». La mostarda, quindi, anche volano per il turismo e l'economia: «Vogliamo avere un prodotto originale e che ci contraddistingua», ha evidenziato l'assessore alla cultura, Claudio Beschin. Ma la mostarda sarà il primo dei prodotti tipici che potrebbero fregiarsi di questa denominazione, una certificazione di provenienza e qualità che rappresenterà una garanzia per il consumatore ma anche una garanzia, oltre che responsabilità, anche per i produttori: «Prossimi passaggi - ha continuato Peotta - saranno la produzione di un marchio, un tavolo di lavoro dei produttori e rafforzerà ciò che già esiste». Pieno appoggio è giunto dalla Lega e PdL che hanno definito la De.Co. un modo per tutelare le tradizioni e incentivare lo sviluppo del territorio: «È un valore aggiunto per Montecchio- ha evidenziato il leghista Giorgio Pozza - è una certificazione di salvaguardia e tutela del prodotto». Per Mario Guggino del PdL, «la mostarda ha identificato il nostro comune ed è un qualcosa che non deve essere perduto». «Qui è nato lo storico prodotto - ha aggiunto Giuseppe Ceccato - con una prestigiosa azienda che ci ha dato lustro». Le minoranze appoggian l'iniziativa: «Sono contento che l'amministrazione abbia deciso di potenziare un'iniziativa che abbiamo iniziato tre anni fa - ha detto Maurizio Scalabrin - così nel futuro verranno sostenuti anche altri prodotti». Giampaolo Valerio ha evidenziato il lavoro delle precedenti amministrazioni nella valorizzazione del territorio.

IL MELO COTOGNO – IL FRUTTO

Il frutto del melo cotogno è simile ad una mela, dalla forma globoide irregolare, dalla superficie tormentata e particolarmente pelosa, di colore verde a maturità commerciale e giallo ceroso a maturità scientifica. Ha un polpa granulosa, dura e un sapore molto allappante, aspro, il frutto non è gradevole da mangiare, si utilizza quindi per la preparazione di confetture, gelatine, mostarde oppure per distillati e liquori.

Il frutto del melo cotogno non è però privo di zuccheri che si presentano durante e dopo la cottura nella preparazione delle confetture dove la polpa assume una grande dolcezza liberando un intenso profumo di miele, non a caso il nome greco del frutto tradotto significa “mele di miele”, mentre in portoghese marmellata assume il nome di “marmelo” che significa anche melo cotogno.

Nel Medioevo il frutto veniva usato per profumare ed insaporire le carni. Precedentemente alla diffusione dello zucchero raffinato avvenuto alla fine del 1700, la confettura semisolida di mele cotogne è stata uno dei pochissimi cibi dolci facilmente reperibili, conservabili ed economici a fronte del miele, che era però, costosissimo.

Al frutto del melo cotogno gli antichi attribuivano notevoli doti medicinali; anche oggi vengono riconosciute proprietà antinfiammatorie dell’apparato digerente, è inoltre un antibatterico oltre che idratante per le malattie dell’epidermide. Il frutto, deposto negli armadi era ed usato per profumare la biancheria.

In virtù delle caratteristiche succitate, a Montecchio Maggiore in un recente passato e forse ancora oggi, il frutto del melo cotogno veniva posto in una teglia ricoperta sotto le braci e la cenere ancora calde del camino durante la notte; al mattino sprigionando tutte le sue squisite proprietà diventava golosa colazione per i bambini e anche per gli adulti, specialmente anziani.

Le donne fortunate che lavoravano alla fabbrica Boschetti, carpiti i segreti per fare la Mostarda Vicentina la confezionavano in casa arricchendo così il povero pasto quotidiano.

 

LA FIERA DELLA MOSTARDA – UN PO’ DI STORIA

La Città di Montecchio Maggiore conserva un rapporto indissolubile e particolarmente caro con la Mostarda Vicentina tale rapporto è legato, non solo alle sue pregevoli caratteristiche gastronomiche, ma al ricordo degli anni molto difficili e tristi a cavallo della II° Gerra Mondiale, quando una storica e grande azienda alimentare “la Boschetti”, oggi purtroppo trasferita, dava lavoro se pur stagionale, ad una gran parte della popolazione femminile Montecchiana, aiutando a risolvere, o meglio risolvendo, i non pochi problemi di sopravvivenza quotidiana. Oggi della grande fabbrica resta la monumentale ciminiera, recentemente restaurata dall’Amministrazione Comunale,  che svetta all’ombra dei Castelli di Giulietta e di Romeo, testimone anche dei tempi in cui la sua sirena, con il lugubre e potente suono, scandiva le ore non solo per i dipendenti ma per tutta la popolazione Castellana. Oggi un’altra prestigiosa azienda locale “La Nuova Tradizione” si è cimentata nella produzione della Mostarda Vicentina, rinnovando antiche tradizioni e risvegliando ricordi nella nostra Città.

In un recentissimo passato, nel dicembre del 2008, l’Amministrazione Comunale, decide di dare timidamente vita, in concomitanza dei Mercatini di Natale, alla prima Fiera della Mostarda Vicentina, apprezzabile idea volta alla riscoperta delle nostre tradizioni gastronomiche. Partecipano fin dalla prima edizione e ci sostengono generosamente anche oggi, quattro prestigiose aziende che rappresentano una significativa realtà nella produzione della Mostarda Vicentina: Boschetti di Ronco All’Adige, Lazzaris di Conegliano, Facci di Altavilla Vicentina e Nuova Tradizione di Montecchio Maggiore.

Negli anni 2009 e 2010 la Fiera si consolida anche con attività collaterali (come la “Mostarda alle Priare”, ameno sito ipogeo, in prossimità dei castelli di Giulietta e Romeo) rivelandosi così una manifestazione che varca i confini della provincia di Vicenza e della regione Veneto. Nel dicembre del 2010, una delibera del Consiglio Comunale, approvata con l’unanimità dei consensi, conferma il protocollo che sancisce la Denominazione Comunale della Mostarda Vicentina e suggella così il primo prodotto DE.CO. del Comune di Montecchio Maggiore. Nello stesso anno si stabilisce che la data tradizionale della Fiera sia fissata nella I° domenica d’Avvento di ogni anno; si consolida anche il rapporto di amicizia con i “Montecchi d’Italia”: Montecchio Emilia, Montecchio Precalcino e Montecchio Terni che da quest’anno partecipano alla Fiera con i loro tipici prodotti.

Nel 2011 le premesse si preannunciano assai promettenti, e anche grazie all’entusiasmo del Sindaco Milena Cecchetto, degli Assessorati alla Cultura, alle Manifestazioni e all’impegno dell’Amministrazione Comunale di Montecchio Maggiore, si è rinvigorito e consolidato il rapporto di fiducia e collaborazione con la Pro Loco Alte Montecchio. Si sono profuse le idee e le risorse necessarie per avviare quel processo organizzativo che porterà la Fiera della Mostarda Vicentina ai più alti livelli delle manifestazioni enogastronomiche Nazionali e…perché no…Internazionali.

Perseguendo quest’ottica, una serie di fortunate circostanze ci hanno portato ad una significativa quanto importante collaborazione con la locale Cantina Colli Vicentini che ci permetterà di abbinare il Durello, pregiato e riscoperto vino della zona, che fa parte del Consorzio di Tutela del Vino Lessini Durello D.O.C….e quindi, la nuova denominazione è 

“IV° FIERA DELLA MOSTARDA VICENTINA…COL DURELLO”

Il primo e significativo risultato di quest’accordo permetterà lo svolgimento della Fiera nell’area della Cantina Colli Vicentini in un prestigioso padiglione conosciuto come Paladurello. E’ quindi storia di questi giorni l’impegno di Tutti per portare sempre più in alto la Mostarda Vicentina, il Durello e le loro tradizioni.

 

ODE ALLA MOSTARDA

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

che gusto i ghe cata a magnar la mostarda

nessun lo capisse, ma tuti i lo fa.

Mi digo che xè par fare compagno

No serto mi credo che sia par bontà.

Or eco ve digo in pochi minuti

Segreti, ingredienti, sapori e costumi;

no xè na finsion, xè vero ve digo

la vera mostarda xè fata de pomi.

No steghe scoltar i francesi o i anglicani

Che i dise “mostarda”ogni roba che beca,

la nostra invesse xè sempre la stessa,

fata co’ pumi, co’ piri e anca i codogni.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

Se ciapa sta roba on poco crueta

Se taja a tocheti e cusina nel vin

Par essar sicuri xè mejo vin santo

Ma anca quel dolse o spumante va ben;

On poco de sucaro e qualche spezietta,

se speta mezz’ora che la vegna fredeta,

al donche ghe semo e desso ste tenti

a metar la seneve state prudenti:

Xe pronta, xe bela, la pissega on po’

spetemo na s-cianta, o anca no;

la mostarda xe pronta, soto chi toca

no ghe vole corajo a metarla in boca.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

E tanta delissia come se magnela…

Anca so posta, ma in compagnia bela…

Col lesso, coa lengoa e anca el coessin;

insieme al formajo vecio o morlaco;

ma se serchè… el mejo… xe qua mascarpon

che rende la nostra ‘na crema speciale

da metare insieme al paneton de Natale.

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

De ani ghin’ passa, e tanti mi digo,

adesso sta roba la pare un intrigo.

I siuri de desso i xe tanti de pì

Ma i magna diverso sempre manco cossì.

La pora mostarda, adesso de più,

Me pare ‘na roba dei tempi che fu,

ma riva la Fiera, e pian pianpianelo

xè serto la porta in piassa el mestelo;

Os… se la beca! La va drio el fià!

La beca en ‘tel naso, la pela la lengoa,

la pissega in gola, la fa lagrimar!

Soto ai castei oramai, chi varda

Cata Montecio sità de mostarda,

ma gran novità co’ nantri da st’ano

ghe xe altri monteci che parla italiano

noi siamo contenti e verso di loro

apriamo le porte del nostro tesoro

sicuri che adesso in piazza Marconi

troviamo l’Italia di quattro comuni

Montecchio d’Emilia, Montecchio Ternano,

Montecchio Preclaro e poi il Castellano

Si sentono amici, si sentono fratelli

E da oggi si credon anche più belli.

P.S. Le ultime strofe sono state aggiunte nel2010 inonore ai Montecchi d’Italia

(Pro Loco Alte Montecchio 2011)

 

 

CALDOGNO. Progetto per il marchio De.Co

  • Approda in Consiglio la tutela dei cibi locali

Salvaguardare i prodotti enogastronomici locali, valorizzandoli con una particolare etichetta indice di qualità e genuinità, la De.Co ossia Denominazione Comunale. Nell' ultimo consiglio comunale l'assessore all'ecologia e al turismo Ivano Meneguzzo ha illustrato il progetto, in collaborazione con il consorzio “Vicenza è”, che si dividerà in 2 fasi: l'apertura di un “libro bianco” che fungerà da registro e l'inserimento dei prodotti agroalimentari considerati meritevoli. Il marchio di garanzia De.Co, certificazione nata da un'idea dell'esperto di gastronomia Luigi Veronelli è divenuta legge nell'ottobre 2001.
«L'iniziativa permetterà di ufficializzare e promuovere alcuni prodotti d'eccellenza del nostro territorio» ha detto Meneguzzo. Un mezzo di promozione dunque, che andrà ad affiancare le varie sigle Dop, Igp, Stg e Doc. Ancora ufficiosa la lista delle specialità che potranno fregiarsi del marchio. Tra le papabili spiccano la trota di Cresole, la zucca locale e la “trota alla vicentina”, piatto simile al baccalà. G. AR.

GIORNALE DI VICENZA, Mercoledì 15 Dicembre 2010

Confraternita del gusto per il broccolo fiolaro

A gennaio una rassegna gastronomica presenterà un menu a base del prodotto locale in 7 ristoranti

Anche il broccolo fiolaro di Creazzo ora ha la sua confraternita. Anche in questa stagione non mostra battute d'arresto l'attenzione riservata da alcuni anni all'ortaggio diventato il simbolo gastronomico del paese e che ora è il protagonista di un sodalizio formato da 37 soci fondatori.
La “Confraternita del broccolo fiolaro di Creazzo De.Co”, , questo il nome scelto, di cui fanno parte istituzioni locali, produttori, ristoratori e commercianti, è stata ufficialmente costituita ieri, a Palazzo del Colle, con l'obiettivo di lavorare ad un comune progetto di diffusione della cultura popolare e gastronomica legata a questa specialità tipica.

 

confraternita_broccolo


GLI OBIETTIVI. Le firme apposte sull'atto costitutivo hanno segnato, a detta di tutti i partecipanti, non un punto d'arrivo ma di partenza. «Si tratta del frutto di un percorso su cui stiamo lavorando da tempo per promuovere e valorizzare il fiolaro e tutto ciò che ha a che fare con questo prodotto» ha detto il vicesindaco Giuseppe Serraino, ringraziando in primis il ristoratore e coltivatore Graziano Cortese, promotore della confraternita ed ora suo segretario.

Ma abìnche Confcommercio Vicenza per il supporto organizzativo fornito, sia nella stesura dello statuto che per l'organizzazione delle prime attività. A partire da una rassegna gastronomica interamente dedicata al broccolo fiolaro, “A tavola con il broccolo fiolaro De.Co.” in programma dall'8 gennaio al 19 febbraio prossimi. Sette appuntamenti per apprezzare l'ortaggio, dall'antipasto al dessert, che coinvolgeranno altrettanti locali del paese.
«Ora è necessario che tutti i soggetti interessati facciano squadra - ha evidenziato a sua volta il sindaco Stefano Giacomin – affinchè la confraternita sia il punto da cui partire p! er promuovere tutto il nostro territorio».


LE SINERGIE . Alla presentazione del sodalizio dedicato al broccolo, con il presidente della locale delegazione Confcommercio Simone Marchezzolo e la presidente della Pro loco Beatrice Girardello, c'era anche l'assessore provinciale Luigino Vascon. «Sono felice per la nascita di questa nuova confraternita gastronimica, perché significa aggregazione da parte di chi vuole lavorare per il nostro territorio, per tutto il Vicentino - ha detto -. Questa istituzione rappresenta un ottimo strumento, sia sotto l'aspetto culturale che sociale».


Il DIRETTIVO. Presidente della confraternita è l'assessore alla cultura di Creazzo, Mirella Olivieri, che ha ricordato la storia della tradizionale sagra dedicata all'ortaggio, che dal 14 al 23 gennaio festeggerà la dodicesima edizione.
«Era nata come una scommessa» racconta. Scommessa in cui hanno creduto in tanti, amministrazione comunale, coltivatori creatini, ristoratori e Pro loco, che sta dando notevoli risultati anche al difuori dei confini berici.

 

Fonte Il Giornale di Vicenza, 17 dicembre 2011


Sette serate per gustare il broccolo fiolaro De.Co.

Sette appuntamenti per gustare il broccolo dall'antipasto al dolce. Dall'8 gennaio al 19 febbraio il paese del fiolaro ospita la rassegna enogastronomica “A tavola con il broccolo fiolaro di Creazzo De.Co.”.


Si tratta della prima iniziativa ufficiale della neonata Confraternita del broccolo, sodalizio costituito da 37 soci fondatori, per promuovere e valorizzare l'ortaggio coltivato nella zona collinare del territorio comunale. Della Confraternita, presieduta dall'assessore alla cultura di Creazzo Mirella Olivieri, fanno parte istituzioni locali, commercianti, produttori e ristoratori.


La rassegna è stata organizzata grazie al connubio tra produzioni tipiche e ristorazione: un ruolo importante nella “riscoperta” del broccolo l'hanno avuto infatti i ristoratori di Creazzo aderenti alla Fipe-Confcommercio, che ! hanno saputo recuperare la tradizione culinaria ma anche proporre nuove ricette per portare in tavola il broccolo.


“A tavola con il broccolo” proporrà quindi 7 serate che coinvolgeranno altrettanti locali creatini: l'elenco è disponibile sul sito www.ristoratoridivicenza.it, portale dell'enogastronomia e dei professionisti della ristorazione vicentina creato da Confcommercio Vicenza.

 

Fonte Il Giornale di Vicenza, 05 gennaio 2011

Dieci giorni di sagra con piatti e ricette del broccolo fiolaro

Una montagna di broccoli fiolari, circa 20 quintali, pronti per essere gustati in tante ricette. Sarà questo, e molto altro, la 12^ edizione della sagra del broccolo di Creazzo ospitata nel palatenda del polisportivo che, dopo l'apertura con la cena di gala, curata dai ristoratori della neonata Confraternita del broccolo fiolaro, proseguirà venerdì 14 alle 20 con la passeggiata sui luoghi di coltivazione dell'ortaggio. La camminata, che partirà da piazza Roma, sarà animata dai ragazzi della scuola media e guidata da Angelo Lorenzato.


broccolo_fiolaro


Ricco il programma che affianca intrattenimenti di vario tipo ai momenti gastronomici; tra gli appuntamenti anche un connubio tra fiolaro e piatti della cucina piemontese. «Questa sagra – ha detto il sindaco Stefano Giacomin – deve essere anche un motore per ! far conoscere la nostra realtà comunale». La manifestazione vede la collaborazione di diverse realtà: dalla Pro loco al comune, dai coltivatori ai ristoratori, dai commercianti alle scuole.

«La sagra - ha sottolineato il vicesindaco Giuseppe Serraino - è anche una vetrina per le realtà economiche di Creazzo». Novità importante di quest'anno, com'è stato evidenziato dall'assessore alla cultura Mirella Olivieri e dalla presidente della Pro loco Beatrice Girardello, è la confraternita nata per promuovere e tutelare l'ortaggio. «Il broccolo – ha detto Daniele Gentilin, rappresentante di Coldiretti Creazzo – è un'opportunità anche per trainare altri prodotti della zona, per esempio l'olio”.


La kermesse si concluderà il 23 gennaio; proseguirà fino al 19 febbraio la rassegna enograstronomica promossa dalla Confraternita

(info: www.ristoratoridivicenza.it).

 

Fonte Il Giornale di Vicenza, 13 gennaio 2011

A tavola con il broccolo fiolaro

Sarà perché è buono, ricco di proprietà benefiche ed estremamente versatile in cucina, fatto sta che il broccolo fiolaro, considerato uno dei prodotti di punta del ricco patrimonio gastronomico provinciale, piace sempre più, ai vicentini e non solo.


Tanto che quello che è stato definito "il prodotto vicentino del decennio" è finito persino nell'orto della Casa Bianca per volontà della first lady, Michelle Obama. Nel corso degli ultimi anni si è verificata una vera e propria riscoperta di questo prodotto tipico, una specialità del territorio che il comune di Creazzo ha deciso di tutelare con il marchio De.Co. Basti pensare che dopo un periodo in cui la produzione era stata interessata da un calo, oggi è quasi raddoppiata, attestandosi così ai livelli di un tempo. E sono numerosi i ristoratori che hanno deciso di promuovere questo prodotto di qualità proponendolo nei propri menù. Tra questi Graziano Cortese, titolare del ristorante pizzeria "Bellavista" Creazzo, componente dello staff di ristoratori della "Festa del broccolo fiolaro", nonché uno dei maggiori produttori del rinomato ortaggio.


Attraverso i suoi gustosi piatti Cortese ha dimostrato che con questo straordinario prodotto è possibile realizzare mille fantasiose ricette sia salate che dolci, dal cocktail fino al dessert. Si sposa bene con la pasta e con il risotto, con la carne e con il pesce ma anche, perché no, con i dolci come le frittelle e "la putana", il tipico dolce vicentino di pane raffermo, polenta, mele, uvetta e grappa. Tra le ultime creazioni dello chef di Creazzo, rigorosamente a base di broccolo fiolaro De.Co., hanno inoltre riscosso grande successo la grappa, il pesto e una prelibata "pizza terra mare alla vicentina", a base di broccolo e baccalà alla vicentina. Inoltre Cortese, insieme agli altri nove produttori locali, ha deciso di d! are vita ad una confraternita il cui scopo è quello di tutelare e promuovere ulteriormente l'unicità del broccolo fiolaro De.Co. Il prossimo, ambizioso obiettivo degli associati è quello di incrementare l'attuale produzione dalle 50-160 mila piante l'anno fino a 300-400 mila.

Fonte Il Giornale di Vicenza, 13 gennaio 2011

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