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Creato: Domenica, 21 Marzo 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 21 Marzo 2004
Semmai ve ne fosse stato bisogno, il broccolo fiolaro, ...
Semmai ve ne fosse stato bisogno, il broccolo fiolaro, celebrato ortaggio di Creazzo, ha avuto la sua definitiva consacrazione al "Tecnofood-Bar", settima edizione dell'Asso.Cuo.Ri. veneti, la prestigiosa rassegna gastronomica padovana dove una delle più apprezzate specialità della trattoria "Cortese" di Creazzo (via Rivella, 21), la "Suprema di faraona ripiena di broccolo fiolaro con salsa di broccolo" ha vinto il "Piatto del Sorriso" assegnato da una giuria di giornalisti del "Corriere della Sera" e della "Stampa". Dice la motivazione che il premio è stato conferito per "il sapore, la bellezza e la composizione" del piatto ideato dallo chef Antonio Bazzi, piatto magnificamente abbinato ai carciofi saltati con acciughe e radicchio trevigiano all'aceto balsamico e dadolata di patate e carote.
La rassegna, cominciata l'8 febbraio scorso, ha visto impegnati per cinque giorni i ristoranti più noti della regione, ciascuno dei quali ha presentato tre piatti appartenenti alla loro migliore selezione. Due le giurie cui era affidato il non facile compito di giudicare le creazioni esibite. Quella dei giornalisti, come detto, ha scelto la "Suprema" della trattoria "Cortese". L'altra, formata dai più titolati chef veneti, pronuncerà a maggio il suo giudizio che riguarda l'insieme dei piatti presentati.
Il riconoscimento andato alla trattoria "Cortese" è stato accolto col più vivo compiacimento dai cultori della tipica gastronomia vicentina. Premia infatti uno dei locali più legati alle migliori tradizioni della nostra terra.
Dal fondatore, di cui ancora si ricordano le straordinarie grigliate, il compito di onorare la fama della trattoria è passato alla figlia Laura. Sono stati conservati, esaltati i sapori propri della cucina vicentina ai quali sono state affiancate autentiche ghiottonerie: le carni di bisonte per esempio, di canguro, struzzo, le lumache allo spiedo oltre che la selvaggina. Insomma, la trattoria "Cortese" rappresenta un approdo sicuro anche per i più esigenti gourmet.
Tornando al broccolo fiolaro, il celebrato ortaggio di Creazzo oramai noto in tutto il mondo, segnaliamo due piatti particolarmente stuzzicanti della trattoria "Cortese": il "Fagottino ripieno al broccolo fiolaro" e le "Campanelle saltate al broccolo fiolaro con tastasale". Per chiudere ricordiamo due tipologie di confetture diverse di broccolo che da tre anni incantano i commensali del locale. Queste confetture si possono accompagnare ai dessert ai quali da sempre la trattoria "Cortese" riserva particolare riguardo. Infine le serate enogastronomiche a tema. Un appuntamento da non perdere, dedicato alle specialità di stagione, organizzate in collaborazione con le cantine della zona.
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Creato: Giovedì, 19 Febbraio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Giovedì 19 Febbraio 2004
Veronelli lancia i “Comuni doc”
Ha già trovato parecchie adesioni anche nel Vicentino la proposta di un “marchio” comunale sui prodotti agroalimentari, che ne garantisca origine e qualità, lanciata da Luigi Veronelli, che sarà oggi a Creazzo alle 17 nella sala del Consiglio comunale per un incontro con amministratori pubblici e rappresentanti delle categorie economiche. La “De.c.o.” (Denominazione comunale d’origine) è già stata adottata dai Comuni di Creazzo (per il broccolo fiolaro), Recoaro (per l’acqua e la fioretta), da Marano (per il mais), mentre l’iter burocratico si sta concludendo ad Asigliano (a tutela del radicchio rosso) e a Grumolo delle Abbadesse (per il riso). Ha dimostrato interesse all’idea anche il Comune di Villaverla (che è stato invitato all’incontro di oggi), che vorrebbe mettere un “marchio” al celebre clinton, un tempo vino assai diffuso, di cui adesso è vietata la vendita. Per questo motivo oggi dovrebbe - più correttamente - essere chiamato bevanda, ma il clinton è ancora prodotto e diffuso nelle campagne vicentine.
La “De.c.o.” lanciata da Veronelli è la riproduzione a livello agroalimentare italiano di quello che in Francia si fa già con il vino, con i Cru e i Grand Cru , cioé l’individuazione specifica del terreno sino al singolo vitigno per definirne le caratteristiche e specificità. Questo procedimento, sostiene Veronelli, ha due effetti positivi: da un lato garantisce la qualità (come si dice con termine tecnico la tracciabilità) del prodotto, e dall’altro permette prezzi più bassi al consumo e maggiori introiti ai produttori. Non è un controsenso, perché con la “De.c.o.” vengono eliminati i passaggi intermedi dei grossisti e mediatori.
Lo prova Luigi Veronelli (il guru dell’enogastronomia italiana, 78 anni portati con lucidità e signorilità, chiamato anche “Sua Nasità” da Gianni Mura per il suo olfatto imbattibile) l’ha portata all’incontro che ha avuto il mese scorso a Padova, quando ha citato l’esempio di Lecce. Nel capoluogo pugliese il sindaco Adriana Poli Bortone (di An, già ministro dell’Agricoltura, non sospettabile di simpatie no - global quindi) ha adottato la “De.c.o” nel febbraio scorso: i prezzi al consumo dei carciofi di Lecce sono scesi del 4% e l’introito dei produttori è aumentato del 17%.
Finora, in Italia sono 250 i Comuni che hanno adottato la “De.c.o.” e di questi una cinquantina sono nel Veneto: «Nessuna regione come questa - ha detto Veronelli - ha migliori possibilità per valorizzare i suoi prodotti».
Accanto a quella della “De.c.o.”, Veronelli si sta impegnando anche sul fronte del prezzo sorgente, sostenendo che è necessaria l’indicazione - mettiamo su una bottiglia di vino - di quanto il prodotto costa al produttore. Con questa indicazione, si mette il consumatore finale nelle condizioni di decidere se i successivi aumenti di prezzo sono giustificati da altre ragioni (per esempio, il servizio del ristorante) oppure no.
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Creato: Mercoledì, 18 Febbraio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 18 Febbraio 2004
La Clerici e Veronelli con il broccolo fiolaro
Il broccolo fiolaro di Creazzo sarà oggi protagonista della puntata “La prova del cuoco”, il programma condotto da Antonella Clerici in onda su Raiuno alle 11.35. A illustrare la bontà e le virtù salutari del broccolo (non va dimenticato che in Giappone è utilizzato per preparare una medicina anti - tumore: proprio per documentare la sua produzione un anno fa è giunta a Creazzo una troupe della Fuji Television da Tokio) sarà il giornalista Beppe Bigazzi.
Ai fornelli delle cucine della Dear a Roma, dove è allestito il programma, ci saranno due chef locali: Enzo Gianello e il cognato Roberto Mattiello, dell’Antica Osteria “Penacio” di Arcugnano, tradurranno in pratica alcune ricette tra quelle proposte dal libro “Il broccolo fiolaro nel piatto”, edito da “Terra Ferma” con il sostegno di “Vicenza qualità”, azienda speciale della Camera di commercio.
Domani il broccolo fiolaro, che l’amministrazione del sindaco Gervasio Cortiana ha inserito nella “D.e.c.o” sarà anche al centro dell’incontro con Luigi Veronelli, in consigli o comunale alle 17.
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Creato: Lunedì, 26 Gennaio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Lunedì 26 Gennaio 2004
Intervista a Luigi Veronelli: La rivoluzione dei comuni De.Co.
- Sono un anarchico perché sono liberale come il mio maestro Benedetto Croce - La strada è quella indicata dai francesi che hanno i “Cru” e i “Grand Cru” - Una lezione a Padova Il celebre scrittore e giornalista ha spiegato cos’è la denominazione comunale d’origine «I Comuni unico rimedio contro le multinazionali»
Luigi Veronelli all’università spiega la rivoluzione della “De.C.O.”
di Antonio Di Lorenzo
inviato a Padova
Vuole ribellarsi alle logiche delle multinazionali, che schiacciano tanto i gusti quanto l’economia locale, e uniformano i consumi del pianeta. In nome della difesa del particolare , ha deciso di chiamare a raccolta i Comuni a valorizzare le proprie produzioni.
Non è una santa alleanza, perché lui è ateo e anarchico, ma la religione laica del rispetto del prossimo, che vuol dire rispetto del lavoro altrui, della sua cultura, del suo giusto profitto, c’è tutta nella sua proposta di una “Denominazione comunale d’origine” dei prodotti (l’acronimo è “De. C. O.”). L’idea si sta diffondendo in Italia . Già 250 Comuni l’hanno adottata. E cinquanta di questi sono del Veneto.
- Perché ce n’è bisogno?
«Le faccio un esempio fresco fresco. I produttori spagnoli di lardo sono andati negli uffici dell’Unione Europea a Bruxelles per chiedere che sia cancellato il criterio geografico nell’attribuzione dei prodotti. E sa perché?»
- No. Racconti.
«Perché altrimenti loro non possono più vendere ai Comuni attorno a Colonnata il loro lardo spagnolo».
- Se c’è qualcuno che vende c’è anche qualcuno che compra. E che rivende. Il mercato è pieno di lardo che viene spacciato per quello di Colonnata mentre non lo è. Come è ricco di farina di “mais Marano” o “maranelo” che dir si voglia, che non può essere vera, perché nella zona di Marano se ne producono poche centinaia di quintali. Qual è il meccanismo che non funziona, secondo lei?
«Le grandi industrie, la grande distribuzione e le multinazionali hanno interesse a far passare il principio della “ultima trasformazione sostanziale” nella produzione. È un’idea orwelliana che stanno cercando di far passare a Bruxelles, in base alla quale un prodotto può avere la denominazione del territorio in cui avviene non la produzione, ma il confezionamento. Per cui si compra chissà dove, si inscatola qui e il prodotto, automaticamente, diventa nostrano. Come il lardo di Colonnata... che è spagnolo. In questo modo non si garantisce nulla: né la qualità, né la produzione locale, né i consumatori. Anzi, questo implica lo sfruttamento di coloro che coltivano la terra - in Italia o in altri Paesi, specie del Sud del mondo - a vantaggio di chi gestice il commercio e la trasformazione dei prodotti».
- Perché aver fiducia nei Comuni?
«Perché il padre Dante diceva che le uniche autorità cui dare rispetto sono il padre, la madre e il Comune. Il periodo dei Comuni è il più bello della storia italiana».
- Ma adesso cosa può fare il sindaco contro lo strapotere delle multinazionali?
«Può difendere il suo territorio. E non è poco. Il sindaco, attraverso le Denominazioni d’origine comunali certifica la provenienza di ogni prodotto dalla sua terra. Tecnicamente, il Consiglio comunale deve approvare un regolamento ad hoc e istituire un albo dei prodotti locali. Ma il significato è profondo: contrastare il tentativo - anche della Ue - di annullare i giacimenti gastronomici locali a favore dei prodotti industriali».
- Nel Veneto hanno aderito 50 Comuni. Sono pochi o tanti?
«Poche regioni in Italia come il Veneto hanno così tanti prodotti su cui far leva. La “De. C. O.” punta a valorizzare la cultura della terra e non solo la coltura. E quella del Veneto è una bella terra, sotto entrambi i profili».
- In Francia esistono i “Cru” e i “Grand Cru” per caratterizzare il vino, fino a individuare il singolo vigneto.
«Il ragionamento è lo stesso delle “De. C. O.”. Se ha funzionato in Francia perché non dovrebbe funzionare altrove?»
- Ha già delle prove?
«Guardi Lecce. L’anno scorso il sindaco, che è Adriana Poli Bortone (già ministro dell’Agricoltura con Berlusconi, esponente di Alleanza Nazionale, quindi persona che ha sicuramente l’idea e il senso dello Stato) ha adottato la “De. C. O.” per i prodotti comunali. Sa cos’è successo per i carciofi? Gli introiti per i produttori sono aumentati del 19% mentre il prezzo dei carciofi al consumo è diminuito del 4%. Il motivo c’è: è stata eliminata l’intermediazione, specie la grande distribuzione. I prezzi, quindi, calano».
- È sempre un sogno per il consumatore riuscire a dribblare la grande distribuzione (e i conseguenti aumenti di prezzo) e comprare direttamente alla fonte.
«A Parigi lo fanno da 50 anni con la Foire des Particuliers, la “Fiera dei particolari”, affollata di produttori che lavorano bene, ma sono sconosciuti al grande pubblico perché fuori dai circuiti. I francesi hanno imparato a fidarsi e ad acquistare da loro. E ci guadagnano in qualità e prezzo. In Italia ho riproposto questo schema al Centro sociale Leoncavallo di Milano con la Fiera dei particolari. È stato un grande successo».
- Ma il pubblico, nella società della comunicazione globale che martella di spot fascinosi, recepisce questa novità della “Denominazione comunale d’origine”?
«Lo chieda ai produttori della patata di Martinengo, nel Bergamasco, oppure a quelli che producono la farina di Castegnato, nel Bresciano: non stanno più dietro alle richieste».
- Come può un prodotto di nicchia avviare un processo economico di grande scala, che consenta adeguati margini a produttori e consumatori?
«Basta crederci. Prenda l’olio. La produzione italiana è di 5 milioni di tonnellate. La richiesta è di 7 milioni di tonnellate. Nonostante questo, quest’anno nella zona di Barletta, che ha centinaia di migliaia di olivi, non è stata effettuata la raccolta delle olive. Il motivo è solo economico: al produttore raccogliere la quantità di olive necessaria per litro d’olio costa diecimila (vecchie) lire. Le multinazionali importano olio dai malavitosi...»
- Ne è sicuro?
«Il mercato dell’olio è una me... a. Lo dico da sempre e aspetto le querele. Finora non sono arrivate».
- Diceva dell’olio delle multinazionali...
«Non si sa di che origine sia, viene lavorato chimicamente dalle multinazionali e venduto come olio extravergine per 3.750 lire al litro. A questo punto capisce perché le olive restano sull’albero».
- Cosa suggerisce?
«Bisognerebbe difendersi dalle orribili leggi in vigore anche in Italia, e che nessuno cambia. Dal canto nostro, il 2 febbraio occupiamo il porto di Monopoli, a Bari, dove è stato bloccato un cargo con olio di nocciole rettificato, arrivato dalla Turchia. In questa società non si deve ricorrere alla violenza, ma a mezzi estremi sì. Non si può obbedire a leggi inique. Ecco perchè sono anarchico».
- Il motto dell’anarchia è “Né leggi né Stato”. È questo che vuole?
«L’anarchia l’ho imparata dal mio maestro Benedetto Croce, che nel dopoguerra teneva lezioni a Milano, al partito liberale. Sono anarchico perché sono liberale».
- E l’amore per il vino chi gliel’ha insegnato?
«Mio padre. Il giorno della prima Comunione mi ha fatto assaggiare un bicchiere di vino. E mi ha detto: “Non mandarlo giù subito. Guardalo, annusalo...”. È questo il segreto. Spesso mi chiedono: “Come si fa a diventare Veronelli?”. Rispondo: “È facile. Basta stare attenti a quello che si porta al naso e alla bocca” ».
- Lei che è così sensibile alle questioni legate ai prezzi, cosa dice di bottiglie di vino che costano sessanta, cento e anche duecento euro?
«Non comprerei mai un vino che costa 30 euro...»
- Per forza, lei è Veronelli: a lei i vini glieli regalano.
«Certo. E per mestiere li assaggio. Ma sono attento a consigliare un ottimo vino che costa 2 euro e mezzo. Voglio dire: un vino può anche valere 200 euro, ma non voglio spenderli».
- Perché?
«Perché io sono molto interessato al piacere, nell’accezione più ampia del termine. Ma ho grande rispetto per coloro che non se lo possono pemettere. E allora ho invitato il mio amico Andrea Franchetti, che a Sarteano, nel Senese, produce un vino da 250 euro alla bottiglia, a portarlo al Centro sociale Leoncavallo e a farlo assaggiare ai ragazzi. Lo ha fatto. E poi sono impegnato nella campagna del prezzo sorgente».
- Cosa vuol dire?
«Semplice. Sull’etichetta di ogni prodotto dovrebbe essere indicato quanto costa al produttore...»
- Poi, però, al ristorante si paga di più.
«Certo, ma a quel punto il sovrapprezzo dovrà essere documentato dal servizio offerto. Il rincaro, cioé, sarà giustificato dal valore aggiunto che il ristorante o l’enoteca avrà fornito. Poi starà al cliente decidere se valeva questo rincaro oppure no. Di sicuro si ristabilirà un mercato intelligente. Parecchi vignaioli, tra i migliori, hanno aderito a questa proposta; che, se applicata, farà rinascere anche gli agenti di commercio e i pubblici esercizi».
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Creato: Giovedì, 22 Gennaio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Giovedì 22 Gennaio 2004
In mille per gustare 500 chili di broccolo fiolaro
Oltre un migliaio di visitatori e più di 500 chili di broccoli. Questo il primo bilancio della due giorni enogastronomica dedicata al broccolo fiolaro organizzata lo scorso fine settimana a Creazzo: «Un bilancio di tutto rispetto - afferma il sindaco Gervasio Cortiana - in grado di ben testimoniare il successo di una manifestazione che ogni anno vede accrescere la propria fama».
Rispetto alle scorse edizioni, la sagra di quest'anno ha introdotto alcune importanti novità. Prima tra tutte il luogo: non più la collina della Rivella (territorio di coltivazione esclusivo del prezioso ortaggio) ma la piazza del Comune, più spaziosa e soprattutto facile da raggiungere.
La seconda novità era la presentazione della denominazione comunale di Origine, un marchio di garanzia suggerito direttamente dal grande enologo Luigi Veronelli che d'ora in avanti tutelerà la qualità del tipico broccolo di Creazzo sulle tavole di tutto il mondo.
Lo stesso Veronelli - grande estimatore del broccolo fiolaro - è atteso in visita alla fine del prossimo febbraio, ospite di un incontro sul tema organizzato dall'assessorato alla cultura.
Ma, al di là delle novità di carattere organizzativo, il centro della scena è stato come sempre occupato proprio dal fiolaro, "signore" assoluto di decine di diverse ricette preparate dalle mani di dieci chef d'eccezione.
Tra le molte proposte servite ai tavoli dai volontari del "broccolo", si segnalano il classico cotechino, la selvaggina ripiena di broccolo, le crespelle servite con polpettine di pomodoro, le crepes con mandorle e gorgonzola, per terminare con l'ennesima gustosa novità della sagra: il "Broccolino", il distillato a base di broccolo fiolaro.
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Creato: Mercoledì, 21 Gennaio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 21 Gennaio 2004
Apprezzato dai cuochi più famosi
Apprezzato dai cuochi più famosi (fra gli altri Gianfranco Vissani ne ha esaltato le virtù nel corso di una popolarissima trasmissione televisiva), il broccolo fiolaro, simbolo e vanto di Creazzo, è diventato famoso non solo nel Vicentino e nel Veneto, ma anche in Italia e in Europa (come ricordato lo celebrò perfino il grande Goethe) oltre che in Giappone dove ha conquistando alcuni tra i più noti maestri di cucina del Sol Levante che lo hanno sapientemente accompagnato ad alcuni piatti tipici locali.
In Italia da qualche tempo a questa parte l'ortaggio è al centro di convegni, dibattiti che ne magnificano le qualità e ne difendono le caratteristiche, innanzitutto quelle essenziali, proprie di una corretta coltivazione, rispettosa delle antiche procedure, le quali, per esempio, impongono che le semine devono essere effettuate nel mese di giugno mentre il trapianto deve essere eseguito dalla fine di agosto ai primi di settembre sino ai primi freddi. Il capitolato della buona coltivazione del broccolo fiolaro inoltre dice ancora che la raccolta deve essere fatta durante il periodo invernale, meglio se immediatamente dopo le prime brumate. Mai, assolutamente, è infine ammesso il ricorso - in nessun momento della coltivazione dell'ortaggio - ad alcun tipo di prodotti chimici: il broccolo deve arrivare integro sulle nostre tavole.
E questa - vale la pena di ricordarlo - è anche una delle ragioni del clamoroso successo dell'ortaggio la cui coltivazione, con grande soddisfazione ed orgoglio di chi in esso ha fortemente creduto in questi ultimi anni, è diventata ora un altro importante fatto economico per Creazzo tanto che per rispondere alla crescente domanda se ne sta estendendo l'area riservata alla piantagione.
Ma torniamo agli inconfondibili sapori del broccolo fiolaro per proporre due dei piatti più noti elaborati dai cuochi locali. Il Primo, i "Bigoli coi broccoli fiolari e i fegatini di pollo", è un vero e proprio prodigio culinario. Pochi gli ingredienti: bigoli, fegatini, broccoli, cipolla, ricotta. olio extravergine di oliva dei Colli Berici, sale, pepe e un po' di brodo. Facile la preparazione, per la quale comunque è meglio consultare i cuochi locali, obbligato l'abbinamento col vino: il Vespaiolo di Breganze.
L'altro piatto, di difficile, laboriosa preparazione, secondo alcuni addirittura d'alta cucina, è la famosa "Pernice grigia ripiena di broccoli fiolari con salsa alle spezie". Oltre alle pernici e ai broccoli, vanno usati per la confezione l'alloro, l'aglio, il timo, l'olio extra vergine d'oliva dei Berici, sale, pepe e inoltre carota, cipolla, sedano, rosmarino, salvia e maggiorana. Il vino consigliato è il Merlot dei Colli Berici. Ovviamente anche per la preparazione di questa specialità è doveroso rivolgersi ai cuochi locali.
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Creato: Mercoledì, 21 Gennaio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 21 Gennaio 2004
E' in pieno svolgimento a Creazzo una delle manifestazioni ...
E' in pieno svolgimento a Creazzo una delle manifestazioni gastronomiche più rinomate della regione: "A tavola con il broccolo fiolaro". Sono oltre una dozzina i ristoranti che partecipano alla rassegna situati, oltre che a Creazzo, nelle zone vicine: Soghe e Lapio di Arcugnano, Castegnero, Noventa, S. Vito di Grancona, Barbarano, S. Gottardo, Olmo e Altavilla.
Ai commensali è proposto, in tutta una serie di diverse "creazioni", uno dei prodotti più noti della cucina vicentina, appunto il broccolo fiolaro. Il broccolo fiolaro, già apprezzato da Goethe che lo magnificò nel racconto del suo celebre viaggio in Italia, appartiene alla famiglia delle Crocifere di cui fanno parte numerose sottospecie molto conosciute quali il cavolfiore, i cavoletti di Bruxelles, il cavolo rapa, la verza, il cappuccio. Il termine broccolo deriva da "brocco" che significa germoglio, fiolaro da "fioi" (figli), ossia germogli secondari rispetto all'apice centrale dominante.
Si tratta di una coltura tipica della collina di Creazzo, di apprezzata qualità derivante dalla felice combinazione tra elementi climatici e composizione del terreno. Come tutte le piante della sua specie, è un ortagg io ricco di sali minerali (fosforo, potassio, calcio, ferro, zolfo, ecc.) e di vitamine essenziali (C, B1, B2, PP, A…). Note fin dall'antichità sono le proprietà antiscorbutiche, remineralizzanti, ricostituenti, energetiche, antianemiche, disinfettanti, antidiabetiche alle quali vanno aggiunte, rigorosamente accertate, anche quelle antiossidanti, anticancerogene dovute alla presenza di composti dello zolfo.
Attualmente la sua produzione è di circa 150 mila cespi all'anno che rappresenta un supporto importante per l'economia locale caratterizzata tuttavia dalla presenza di importanti attività industriali, artigianali, commerciali non solo, ma appartenenti anche al terziario avanzato che hanno determinato la crescita socio-economica del Comune diventato in questi ultimi anni una delle realtà più rilevanti della provincia.
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Creato: Giovedì, 15 Gennaio 2004 02:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Giovedì 15 Gennaio 2004 cultura Pagina 46
Un week end sul broccolo fiolaro
Una star, tanto che anche una televisione giapponese lo ha voluto filmare. A Creazzo Comune, Pro loco, comitati locali, non si aspettavano che il broccolo fiolaro potesse suscitare tanto interesse.
Invece... La sagra del broccolo aprirà i battenti venerdì 16 con la camminata sotto le stelle attraverso i luoghi di coltivazione (zona Rivella). Appuntamento alle 20 in piazza Roma. Sabato alle 10.30 il convegno “Il broccolo fiolaro di Creazzo” per presentare l’inedita Denominazione Comunale di Origine del broccolo fiolaro.
Alle 15.30 concorso di pittura e apertura della mostra degli elaborati delle elementari. Alle 19.30 cena a base di broccoli e musica. Domenica 18 dalle 10.30 annullo postale 2004; seguirà la rappresentazione della scuola elementare S. Giovanni Bosco. Alle 12.30 pranzo preparato dai cuochi Gianluca Tomasi e Amedo Sandri (su prenotazione). Nel pomeriggio degustazione, musica e danze per tutti. Seguiranno premiazione del concorso di pittura, cena e ancora musiche e danze.
La festa avrà luogo nella piazza del comune e piazzetta S. Marco. I ristoranti della zona ogni venerdì fino al 30 proporranno nei menù un piatto a base di broccolo . Info: 0444.338242.
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Creato: Venerdì, 24 Ottobre 2003 03:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Venerdì 24 Ottobre 2003
Il broccolo fiolaro ha incantato anche i cuochi del Sol Levante
Apprezzato dai cuochi più famosi (fra gli altri Vissani ne ha esaltato le virtù nel corso di una popolarissima trasmissione televisiva), il broccolo fiolaro, simbolo e vanto di Creazzo, è diventato famoso anche in Giappone conquistando letteralmente alcuni tra i più noti maestri di cucina del Sol Levante che lo hanno sapientemente accompagnato ad alcuni tipici piatti orientali. Ma l’ortaggio era famoso anche in passato. Come è noto infatti, perfino il grande Goethe ne decantò le benemerenze durante il suo celeberrimo Viaggio in Italia.
Tanta fama ovviamente ha le sue buone ragioni d’essere. In primo luogo alimentari grazie alle sue proprietà antiossidanti che lo raccomandano particolarmente nelle diete finalizzate alla prevenzione dei tumori.
In Italia da qualche tempo a questa parte l’ortaggio è al centro di convegni, dibattiti che ne magnificano le qualità e ne difendono le caratteristiche legate innanzitutto alla corretta coltivazione, rispettosa delle antiche procedure. Così, secondo gli esperti, le semine devono essere effettuate nel mese di giugno mentre il trapianto si deve esegue dalla f ine di agosto ai primi di settembre sino ai primi freddi.
Il capitolato della buona coltivazione del broccolo fiolaro dice ancora che la raccolta deve essere effettuata durante il periodo invernale, meglio se immediatamente dopo le prime brumate. Mai, assolutamente, è ammesso il ricorso - in nessun momento della coltivazione dell’ortaggio - ad alcun tipo di prodotti chimici: il broccolo deve arrivare integro sulle nostre tavole.
E questa - vale la pena di ricordarlo - è anche una delle ragioni del clamoroso successo dell’ortaggio la cui coltivazione, con grande soddisfazione ed orgoglio di chi in esso ha fortemente creduto in questi ultimi anni, è diventata ora un altro importante fatto economico per Creazzo tanto che per rispondere alla crescente domanda se ne sta estendendo l’area riservata alla piantagione.
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Creato: Mercoledì, 03 Settembre 2003 03:00
IL GIORNALE DI VICENZA
Mercoledì 3 Settembre 2003
Una tutela dei prodotti comunali
Si conferma l'impegno dell'Anci Veneto nella difesa e nella promozione dei prodotti tipici dei Comuni. Oggi, alle 11, nella sede di Veneto Agricoltura a Legnaro (Padova), la sezione veneta dell'Associazione nazionale dei Comuni d'Italia presenta "Tipitalia-il territorio ed i suoi prodotti tipici". È una rassegna che rientra nell'ambito di "Sapori Italiani", l'annuale fiera dei prodotti tipici e biologici che si terrà a Longarone (Belluno) dal 18 al 21 settembre.
Punto forte dell'edizione 2003 è il lancio di una iniziativa tesa a promuovere e valorizzare i prodotti tipici dei Comuni veneti. L'Anci Veneto proporrà a tutte le amministrazioni comunali della nostra Regione di approvare una delibera per auto-dotarsi della "Denominazione comunale di origine", esperienza già collaudata felicemente in altre parti d'Italia.
Si tratta di una certificazione che rappresenta il grado più spinto di tipicizzazione di un prodotto. L'identificazione dell'origine territoriale è, infatti, la miglior forma di difesa dei prodotti veneti ed italiani dall'omologazione generale imposta dalle normative europee e dal commercio internazionale. In provincia di Vicenza sono potenzialmente 121 i Comuni che potranno farsi forti di questa iniziativa.